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Una nuova base navale nel Pacifico: così la Cina va alla conquista dell'oceano

by Guido Taietti
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Pechino, 17 apr – Una notizia che ha fatto preoccupare i vertici militari australiani è stata diffusa negli scorsi giorni dalla stampa locale: il quotidiano Sydney Morning Herald ha pubblicato un pezzo in cui si mormorava che il governo della Cina starebbe muovendo i primi passi per costruire la propria seconda base all’estero (la prima si trova a Gibuti).
Questa seconda base dovrebbe essere principalmente un’installazione navale localizzata sull’isola di Vanuatu: una piccola nazione (nonchè paradiso fiscale) che si trova nel Pacifico. Pechino e lo stesso governo di Vanuatu hanno rapidamente smentito la notizia che tuttavia, a detta di numerosi analisti, se forse non è del tutto vera è sicuramente plausibile e relativamente inquietante.
Al di là dei buoni rapporti tra le due nazioni è il contesto a rendere credibile questa ipotesi: la recente centralità economica e politica della Cina dovrà presto o tardi trasformarsi anche in influenza militare e soprattutto geopolitica nel vicinissimo futuro. Vanuatu in tal senso potrebbe diventare una delle possibili basi offshore necessarie per proiettarsi sul mare, secondo quella che da circa trenta anni sembra essere la dottrina della marina cinese che almeno dagli anni ottanta tramite l’Ammiraglio Liu Huaqing già teorizzava proprio l’uso di una rete di basi offshore per aumentare il controllo sull’Oceano Pacifico.
Altre versioni della stessa notizia prendono tagli leggermente differenti e parlano effettivamente della possibile costruzione di una base, ma che dovrebbe essenzialmente essere una base di osservazione spaziale. Differenti racconti che inquietano allo stesso modo il governo australiano visto che le informazioni raccolte potrebbero comunque avere un uso militare e di intelligence (ad esempio nel monitoraggio dei satelliti Nato).
Ad ora è presto per capire quanto di vero ci possa essere. La sola certezza è che la preoccupazione del governo australiano è legittima di fronte alla consapevolezza che la Cina è una potenza  non più solo regionale sempre più in grado di mettere in atto le proprie strategie e soprattutto di mettere in difficoltà un occidente che non sembra avere ancora la maturità politica di dedicare a questa nazione la dovuta attenzione politica.
Guido Taietti

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