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Brexit, Theresa May in un angolo. Raffica di dimissioni nel governo

by Lorenzo Zuppini
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Londra, 15 nov – Theresa May è sempre più sola e il suo governo continua a perdere i pezzi. Dopo le dimissioni del ministro per l’Irlanda del Nord e di quello per la Brexit, altri due pezzi grossi del governo se ne sono andati in seguito all’accordo sull’uscita di Londra dall’Ue.
Dopo l’addio di Dominic Raab, ministro per la Brexit e caponegoziatore del Regno Unito nelle trattative con l’Unione Europea è stata la volta di Shailesh Vara, ministro per l’Irlanda del Nord. Dopo di loro si sono dimessi il sottosegretario alla Brexit, Suella Braverman, e il ministro del Lavoro e delle Pensioni Esther McVey, che più volte si era distinta per la sua ostilità all’accordo che ieri è stato raggiunto da Theresa May. May ha detto che questo era il migliore accordo possibile, ma la McVey ritiene che esso non onori il risultato del referendum del 2016, nel quale i britannici hanno espresso il loro desiderio di uscire dall’Europa.
Una pioggia di dimissioni che ha riguardato anche il vice presidente del partito Conservatore, Rehman Chishti, che nel pomeriggio ha formalizzato il suo addio, e che secondo la stampa britannica sta generando un “effetto domino” che porterà inevitabilmente alla caduta del governo. Da quando l’esecutivo è guidato da Theresa May sono 21 i deputati e ministri che hanno rassegnato le loro dimissioni. E la raffica odierna potrebbe continuare.
Una delle primissime conseguenze si è avuta sulla sterlina inglese, che è crollata sui minimi di inizio mese e sta continuando a scambiare all’insegna della debolezza contro la maggior parte delle valute rivali.
A questo punto, di fronte a un simile caos nel governo britannico, con Theresa May ormai quasi nell’angolo, i Tories, convinti brexiters, ne approfittano e chiedono per bocca del deputato conservatore Jacob Rees-Mogg, una mozione di sfiducia contro la premier. Secondo loro la May è rea di aver violato “le promesse fatte alla nazione”. E lo hanno fatto mediante una lettera al comitato 1922, l’organismo di partito che sovrintende alla convocazione di elezioni per la leadership. Stando alle prime voci la proposta di mettere alla porta Theresa May avrebbe già ricevuto 50 firme dai Tories.
Anna Pedri
 
 

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1 commento

Raffo 15 Novembre 2018 - 9:37

Brexit???…….serva della culona e del frocietto d’oltralpe, una ignobile resa di un paese decadente e di un impero farlocco…………oramai a Londra vi sono più pakistani ed islamici che indigeni anglosassoni………meglio così, meno froci e sodomiti……….in ogni caso una latrina senza speranza.

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