Medellin, 30 set – “La Cocaina è la bomba atomica dell’America Latina”: è con questa frase provocatoria che Carlos Lehder Rivas, co-fondatore del Cartello di Medellin (uno dei più noti cartelli colombiani della droga) affronta un tema scottante dell’area geopolitica americana: la lotta antimperialista. Secondo la sua tesi infatti la “droga costituisce un’arma di lotta rivoluzionaria contro l’imperialismo nordamericano”. Figlio di un ingegnere tedesco e di madre colombiana, trascorre un’infanzia piccolo borghese nell’area di Medellin, dove la famiglia gestisce una concessionaria di auto. Il giovane Carlos inizia quindi la sua carriera di criminale con la ricettazione di auto americane rubate, ma presto avverte l’esigenza di fare un salto di qualità.
Il genio criminale e imprenditoriale di Lehder unito alle suo doti di pilota d’aereo, furono infatti fondamentali per l’ascesa di Pablo Escobar, con cui aveva iniziato a collaborare nell’ambito del traffico di droga. Fu infatti di Carlos l’idea di creare un’enorme centro logistico nel paradiso tropicale delle isole Bahamas – Norman’s Cay – dove smistare la droga diretta negli Stati Uniti. Carlos aveva infatti allestito una vera e propria flotta aerea per il trasporto della droga e investito nella costruzione di una pista di decollo e atterraggio lunga un chilometro, protetta da sistemi radar, guardie armante e feroci cani Doberman. A completamento del suo già variopinto curriculum vitae criminale, fondò un gruppo paramilitare denominato “MAS”, acronimo di Muerte a Secuestradores, dedicato alla rappresaglia contro i sequestratori (spesso guerriglieri di ideologia marxista) di famigliari dei ricchi Narcos.
Fu anche fondatore di un movimento “nazionalista”, il Movimiento Cívico Latino Nacional, che ebbe il principale scopo di contrastare le ingerenze giudiziarie degli Stati Uniti nella politica colombiana, esercitate in particolare attraverso l’istituto giuridico dell’estradizione. Nel 1982, Carlos si rese anche partecipe di un episodio dannunziano: sorvolando Nassau, “bombardò” simbolicamente con migliaia di “volantini” (dove i volantini in questione erano banconote da 100 dollari) il Parco Clifford con la scritta “DEA GO HOME” (DEA è la Drug Enforcement Administration del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti).
Il personaggio è tornato in auge grazie ai pittoreschi ritratti che ne sono stati dipinti nel film “Blow” con Johnny Depp e nella serie Netflix “Narcos”, dove appare sempre circondato di belle donne e con una vistosa svastica tatuata sul braccio sinistro. Lehder infatti non ha mai nascosto la sua ammirazione per Adolf Hitler (oltre che per John Lennon). All’affermazione di una giornalista statunitense che gli si rivolse direttamente dicendo “Lei è stato accusato di avere simpatie naziste”, Lehder replicò infatti – quasi stupito – con “è forse un crimine? Non in Colombia!”. Nonostante le battaglie politiche di questo controverso corsaro latinoamericano, dopo il suo arresto avvenuto in Colombia fu estradato negli Stati Uniti, dove attualmente sta scontando una lunghissima pena detentiva.
Edoardo Fiorani
Carlos Lehder, il genio criminale del narcotraffico colombiano
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