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Ci sono ancora 300 lavoratori italiani in Ucraina. Allarme Confindustria: “Sono a rischio”

by Ludovica Colli
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lavoratori italiani ucraina

Roma, 21 mar – Ci sono ancora 300 lavoratori italiani nelle aziende in Ucraina, ora sono a rischio: a lanciare l’allarme è il presidente di Confindustria Ucraina, Marco Toson. Sono i lavoratori che avevano rifiutato di lasciare le aziende di imprenditori italiani in Ucraina pensando che la guerra sarebbe durata poco.

Confindustria: “In Ucraina ancora circa 300 lavoratori italiani, ora sono a rischio”

“Ce ne sono ancora molti” di lavoratori italiani, “sono circa 300”, avverte Toson. “Purtroppo – spiega – hanno rifiutato lo spostamento nei giorni scorsi pensando che le cose potessero migliorare. Invece la situazione è peggiorata e in questo momento si sta operando per cercare di farli uscire”. Il presidente di Confindustria Ucraina chiarisce che “non c’è nessuna perdita, nessun ferito”. “Ma ora”, spiega Toson, questi lavoratori “si trovano in situazioni più particolari. Bisognava seguire le indicazioni di spostamento qualche giorno fa, hanno pensato di rimanere ed ora stanno rischiando”. La situazione, chiarisce, è “seguita dalla Farnesina e dall’ambasciata”.

Confindustria Ucraina ha attivato il servizio online Emergency Desk Ukraine, “per tutte le imprese italiane che sono presenti in Ucraina o che hanno rapporti commerciali” con il Paese.

Il caso di Andrea Cisternino bloccato a Kiev

Intanto, “la Farnesina segue con la massima attenzione la situazione del connazionale Andrea Cisternino, che gestisce un centro per la protezione degli animali abbandonati vicino a Kiev. In particolare, nel contesto delle attività in corso per assistere gli italiani che ancora si trovano in Ucraina, l’Unità di crisi, in raccordo con l’Ente nazionale per la protezione degli animali, si è attivata per facilitare, tramite contatti con le autorità locali, l’arrivo di cibo e medicinali veterinari”. Lo si legge in una nota della Farnesina.

“Il ‘Rifugio Italia Kj2’ di Kiev, fin dalla sua apertura, 10 anni fa, è in contatto con la nostra Ambasciata, che ne riconosce le attività e che, negli anni, ha sostenuto nei rapporti con le autorità locali. La struttura, a nord di Kiev, si trova ora sulla direttrice delle forze armate russe provenienti da nord. L’Ambasciatore Zazo aveva visitato il centro prima dell’inizio delle ostilità. La possibilità di fare giungere viveri nell’area è legata ad una sospensione dei combattimenti da parte dei belligeranti”.

Ludovica Colli

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2 comments

Loscuro 22 Marzo 2022 - 12:37

..non vi preoccupate, draghetto li sostituisce con gli ucra..

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Sergio Pacillo 22 Marzo 2022 - 8:55

Perché un immigrato clandestino africano che scappa dalla guerra è un profugo che scappa guerra mentre un ucraino che scappa dalla guerra è un disertore .

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