Roma, 3 mag – “Cina e India riconoscono per la prima volta l’aggressione della Russia all’Ucraina”. Sui giornali italiani, e non solo, troverete decine di titoli come questo. Una notizia bomba perché in quanto tale apre scenari diplomatici del tutto nuovi, segnando un cambio di passo sostanziale da parte di due potenze sinora molto caute nel condannare l’invasione russa. Ma le cose stanno davvero così? C’è stata davvero questa svolta? Cina e India hanno votato un’apposita risoluzione Onu in cui si condanna Mosca? Proviamo a fare chiarezza, perché l’abbaglio in questi casi è sempre dietro l’angolo e si finisce per credere soltanto a quello che si vuole credere, in base alle proprie certezze granitiche, quasi sempre obnubilanti. Lo si fa, chiaramente, senza approfondire come invece sarebbe necessario.
Cosa hanno votato Cina e India all’Onu
Partiamo da cosa hanno approvato, sul serio, Cina e India all’Onu. Entrambe le nazioni asiatiche, per la prima volta, hanno votato sì a una risoluzione così titolata: “Cooperazione tra le Nazioni Unite e regionali e altre organizzazioni: cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa”. Al contempo si sono astenute su un singolo passaggio, quello strettamente relativo all’invasione russa, dove cioè si fa riferimento alla “aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina”, nonché “contro la Georgia prima di quella“.
Il paragrafo che ha generato fraintendimenti tra i media è per l’esattezza il numero 9, pagina 2, nel quale si afferma: “Riconoscendo anche che le sfide senza precedenti che l’Europa si trova ad affrontare a seguito dell’aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina, e contro la Georgia prima di quella, e la cessazione come membro della Federazione Russa nel Consiglio d’Europa, chiede un rafforzamento della cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa, in particolare in modo da ripristinare prontamente e mantenere pace e sicurezza basate su rispetto della sovranità, integrità territoriale e indipendenza politica di ogni Stato, assicura il rispetto dei diritti umani e della legge internazionale umanitaria durante le ostilità, provvede risarcimenti alle vittime e consegna alla giustizia tutti coloro responsabili di violazione alla legge internazionale”.
Questo specifico passaggio ha ricevuto 81 sì, 10 no e 48 astenuti. Tra gli astenuti vi sono: Cina, India e Brasile. Fra i contrari, oltre ovviamente alla Russia, vi sono i soliti Paesi non ostili al Cremlino: Bielorussia, Iran, Siria, Sudan, Cuba e Corea del Nord.
Il tweet di Borrell
Ieri sera, via Twitter, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri Josep Borrell aveva accolto con favore la presunta condanna di Cina e India. “L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione con 122 voti, inclusi partner chiave del G20 come Cina, Brasile, India e Indonesia. Accogliamo con favore questa risoluzione, che qualifica chiaramente la guerra contro l’Ucraina come ‘aggressione da parte della Federazione Russa’”, aveva cinguettato Borrell. Anche lui, dunque, ha preso sostanzialmente un granchio.
La posizione di Cina e India
Il fatto che Pechino e Delhi non condannino esplicitamente l’aggressione russa, non significa che siano allineate con Mosca. Sono semmai consapevoli di potersi ritagliare un ruolo diverso: la Cina sa di avere acquisito ormai una posizione del tutto dominante rispetto alla Russia e non ha interesse a strappare con nessuno, approfitta semmai della situazione, capitalizzando il più possibile. Delhi mantiene una storica “neutralità”, soprattutto in questo caso perché intende evitare l’abbraccio totale tra Pechino e Mosca, che la vedrebbe schiacciata in un contesto geografico, prima che geopolitico, molto pericoloso. L’errore di chi legge le mosse diplomatiche con metro manicheo – da un lato l’Occidente, dall’altro la Russia con tutti gli altri o quasi – è dettato da un’incapacità di fondo di saper cogliere le infinite sfumature che contraddistinguono le relazioni internazionali. Non ci sono infatti due grandi fronti contrapposti, Cina e India non stanno neppure dicendo: “Ha ragione la Russia”. Viceversa, chi prova a spingere Cina e India nella propria direzione, arrivando a fraintendere persino il voto all’Onu, rischia di radicalizzare la postura – più che la reale posizione, come accennato complessa – di due potenze che mostrano autonomia decisionale su qualsivoglia questione (o quasi). Occorrono calma e serietà, non sparate infantili.
Eugenio Palazzini
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