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Columbia University verso l’apartheid? “Offriamo cerimonie di laurea in base a razza, etnia, reddito”

by Cristina Gauri
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Roma, 17 mar – A partire dal mese prossimo, la Columbia University offrirà un pacchetto composto da sei tipologie di cerimonie di diploma. Si baseranno su razza, etnia, reddito e altri fattori di auto-identificazione degli studenti universitari.

Agli studenti della Columbia University sarà così possibile scegliere la laurea corrispondente al proprio gruppo etnico di appartenenza. Ci sarà così una cerimonia per nativi, una per asiatici, una per latino americani e una per afroamericani. Prevista anche l’immancabile celebrazione «arcobaleno» riservata agli studenti Lgbt per onorare e riconoscere i loro risultati e contributi al mondo universitario, e una per gli studenti a basso reddito. Soprattutto nell’ultimo caso, il tentativo di eliminare le disparità potrebbe invece produrre un effetto boomerang dai risultati decisamente poco inclusivi.

A caccia di safe space esclusivi

Un portavoce della Columbia University ha dichiarato a Usa Today che questi eventi comprendono la cerimonia di apertura dell’anno universitario e sono aperti a tutti gli studenti che desiderano parteciparvi. In molti casi, sono stati gli studenti stessi a proporre inizialmente le cerimonie multiculturali. I primi, cioè, ansiosi di rintanarsi del proprio safe space, l’orticello sicuro in cui circoscriversi al riparo dalle vere o presunte ingiustizie del mondo. I primi che, evidentemente, alla storia dell’integrazione credono ben poco.

«Questi eventi forniscono un ambiente più intimo per gli studenti e i propri ospiti per riunirsi, sviluppare tradizioni culturali significative e celebrare i contributi e i risultati specifici delle loro comunità», si legge in una dichiarazione sul sito web della scuola.

Non c’è solo la Columbia University

Le diffusione di cerimonie di laurea modello apartheid sta diventando sempre più frequente nei college di tutta la nazione. La Georgetown University, che organizza cerimonie per le comunità asiatiche, africane e latine, afferma che gli eventi sono «un modo per riunire gli studenti di colore». E non è la sola: anche la Texas Woman’s University e la Portland State University hanno in programma di istituire eventi di laurea multiculturali e iper inclusivi entro la fine dell’anno. E i bianchi? Muti, e se provano a «riunirsi» vengono tacciati di suprematismo.

Da inclusività ad auto segregazione

Cristina Gauri

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Fabio Crociato 18 Marzo 2021 - 1:32

Schedature pure a pagamento?!

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