Roma, 12 lug — Desideravano che il loro bambino fosse un bel maschietto, concepito con la fecondazione in vitro e l’utero in affitto, pagando profumatamente perché si verificasse, ma è nata una bimba: così una coppia di omosessuali ha citato in giudizio la clinica Hrc Fertility di Pasadena che aveva loro rifilato l’imperdonabile «sòla». E’ la triste storia di Albert e Anthony Saniger, ansiosi di costruirsi una famiglia arcobaleno ma rigidamente inflessibili sul sesso del nascituro, che doveva essere rigorosamente maschio. Invece, nel 2021 è nata una bella bimba, a dispetto dei piani dei due «padri». Lo riporta CbsNews.
Coppia gay cita in giudizio clinica della fertilità
Quindi la coppia, che in virtù del denaro sborsato al supermercato dei neonati — pardon, clinica di fecondazione — aveva indicato anche il sesso del nascituro, ha denunciato il dottor Bradford A. Kolb, specialista in fertilità, accusandolo di violazione del contratto, negligenza medica, negligenza e occultamento fraudolento e violazione della legge sulla concorrenza sleale. La causa è stata intentata venerdì presso la Corte Superiore di Los Angeles e con essa si chiede un risarcimento non specificato.
Scambio di embrioni
Dal canto suo, Hrc ha rilasciato una dichiarazione facendo presente ai due che seppur femmina, la bimba risultava essere sana e comunque «una benedizione»: «La nostra missione è fornire assistenza di livello. Abbiamo aiutato migliaia di persone, inclusa la coppia coinvolta in questa causa. I due desideravano idealmente un bambino, ma sono stati benedetti dalla nascita di una bimba sana. […] Ogni bambino ha un valore e un potenziale illimitato, indipendentemente dal sesso», sottolineano. «Ci auguriamo che i Saniger amino e riconoscano il valore di avere un bambino sano mentre così tante persone in tutto il Paese stanno lottando contro problemi di natura riproduttiva».
Basta estrarre la carta di credito
I Saniger, sposati nel 2013, sognavano di avere due bambini, entrambi maschi. Prima di convolare a nozze, nel 2015 la coppia aveva già scelto il primo e il secondo nome per i loro futuri figli e aveva creato gli account Gmail per la futura prole con nome e cognome. L’ultimo passo da compiere era estrarre la carta di credito e barrare la casellina «maschio». Un sogno dal modico prezzo di 300mila dollari, compreso tutto. Nel corso di tutto il processo di fecondazione e successivo impianto nell’utero di una gestante affittata alla bisogna, la coppia aveva messo nero su bianco la volontà di voler un bambino maschio. Invece, si legge nelle carte della causa intentata, «Hrc e Kolb hanno trasferito negligentemente, incautamente e/o intenzionalmente un embrione femminile al “portatore gestazionale” [sic, così viene chiamata la gestante] dei Saniger».
L’impatto finanziario di questo errore sul portafogli dei Saniger è stato definito «sbalorditivo» perché i due, tenendo fede al piano iniziale di voler avere due maschietti, alleveranno tre bimbi anziché due. Ai due paparini amorevoli consigliamo di non darsi per vinti: dopotutto, visto l’ambiente in cui la piccola è destinata a crescere, un bel giorno potrebbe svegliarsi e decidere di essere un maschio.
Cristina Gauri
4 comments
Chiedetelo alla bimba.
Può darsi che non si riconosca nel sesso femminile.
Nella visione LBGTQ+-*/% ecc. ecc.. che senso ha lamentarsi del fatto che è nata femmina, dopo tutto il genere è “una questione mentale”.
Che SCHIFO , permettere a simili BESTIE di GIOCARE a fare i genitori
è RIVOLTANRE .
Poi perchè solo maschi ?????? Sono PEDOFILI come i PRETI ??????
Vorrei condividere la notizia ma già prevedo ire e segnalazioni come fake. Ho cercato la fonte, senza trovarla. Mi date una mano? Grazie