La grande novità di queste elezioni è stato Vesselin Mareshki, populista 49enne già soprannominato il Trump bulgaro, che ha ottenuto il 4,2% dei voti. Il Volia, nome del suo partito che in bulgaro significa Volontà, ha promesso di rovesciare il quadro politico e aiutare i poveri in un Paese, il più povero d’Europa, dove il salario medio non supera i 500 euro al mese. Del resto le farmacie di proprietà di Mareshki offrono già medicinali meno cari rispetto alle altre, e a Sofia il tycoon qualche settimana fa ha aperto un distributore di carburante tra i più grandi al mondo con prezzi meno cari di circa 10 centesimi al litro.
La principale sfida che aspetta Borisov è tutta europea: “Come Paese abbiamo la rara opportunità di assumere la presidenza del consiglio dell’Unione Europea nel mese di gennaio” ha dichiarato Borisov. “Dobbiamo costruire un governo stabile nei mesi a venire, e un’opposizione stabile, così, con un senso di responsabilità. La situazione è molto complicata ma dobbiamo fare del nostro meglio per unire la nazione”. Già, perché a questo punto il nodo cruciale è quello delle alleanze. Sia i conservatori sia i socialisti sono su posizioni fondamentalmente europeiste, con la differenza che i socialisti si mostrano più morbidi con Mosca e auspicano l’abolizione delle sanzioni contro la Russia. Sono inoltre schierati contro l’accordo Ceta tra l’Ue il Canada.
I nazionalisti di Patrioti Uniti, quindi, saranno il vero ago della bilancia, anche visto il dibattito sulla questione migranti. I bulgari hanno il terrore che la rotta balcanica venga riaperta, dopo che è andato in crisi il rapporto tra Ue e Turchia che avevano siglato un anno fa gli accordi che hanno portato a chiudere tale rotta. Solo i nazionalisti hanno saputo intercettare davvero questo scontento. Sembra improbabile quanto ipotizzato da qualche analista a caldo, cioè che Borisov chieda un’alleanza con i socialisti, nonostante appena saputo della sua vittoria Borisov abbia dichiarato che formerà “un nuovo governo che sia al passo delle nuove realtà nell’Ue e nel mondo”. Inoltre la scadenza più prossima è quella della nomina di un nuovo commissario europeo, dato che a maggio la Bulgaria dovrà nominare un commissario europeo che sostituisca Kristalina Georgieva che ha lasciato Bruxelles per diventare Ceo della banca mondiale.