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Perché considerare la Russia come un nemico rischia di indebolire l’occidente

by Tommaso Alessandro De Filippo
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Roma, 27 feb – La nuova amministrazione Usa ha deciso di approcciarsi in maniera differente con il Cremlino, riportando le relazioni tra i due Stati al clima di tensione precedente la presidenza Trump. I vertici condotti dal tycoon e dai suoi consiglieri diplomatici con Putin rischiano di essere scavalcati da un approccio non pragmatico. Pertanto, al netto degli interessi geopolitici di ogni nazione, ritenere la Russia un nemico da combattere rischia d’indebolire l’occidente, favorendo l’avanzata della Cina e delle tecnocrazie.

L’occidente spinge la Russia verso Pechino?

E’ da notare come, sotto la guida di Vladimir Putin, la Russia non abbia adottato una linea geopolitica imperialista. Contrariamente ad altre nazioni, il Cremlino ha cercato esclusivamente di difendere i propri territori e le zone limitrofe. Nell’epoca del bipolarismo tra Usa e Cina, dove la seconda aumenta la sua influenza, la Russia dovrà avvicinarsi ad uno dei due colossi. Pertanto, è utile osservare che, se l’atteggiamento di Ue ed Usa non cambierà nei suoi confronti, Putin potrebbe ritenersi obbligato a stipulare alleanze economiche e militari con Pechino.

La distensione tra Mosca e Washington osservata nel corso dell’amministrazione Trump lascia intendere che il Cremlino non prediliga un avvicinamento geopolitico spontaneo all’oriente. Tuttavia, sarebbe necessaria una modalità di approccio più pragmatica da parte dell’occidente: pur difendendo le libertà che contraddistinguono ogni democrazia, si potrebbe evitare di imporre sanzioni inutili e controproducenti alla Russia. Appare pertanto inutile anche l’approccio giudicante nei riguardi della vicenda Navalny o del voto in Bierolussia. Infatti, le vicende interne alle nazioni dovrebbero, per comune convenienza, vedere maggiore indifferenza da parte degli Stati esteri. Invece, è sempre più usuale assistere ad intromissioni esterne in vicende di esclusivo interesse di altri Paesi.

La pandemia come spartiacque

Proprio la pandemia, di cui andrebbe sottolineata la matrice cinese, svolge la funzione di spartiacque per il futuro della geopolitica globale: appare assurdo che l’Europa non abbia ancora optato per l’acquisto di Sputnik V, vaccino di provenienza russa che permetterebbe un incremento delle vaccinazioni. Nonostante le speranze di molti, resta difficile immaginari tali sviluppi nel corso del prossimo futuro. Gli Usa sembrano tornati, attraverso un’amministrazione debole, a non voler immaginare un approccio differente anche nei riguardi di Mosca.

L’Ue è inoltre ancora in balia di ipocrisie e capricci, che ne dimostrano l’inconsistenza e l’inesistenza geopolitica. La speranza è che prevalga un atteggiamento strategico e non dettato da fanatismi verso la Russia, onde evitare di condurla ad un’alleanza con il Dragone.

Tommaso Alessandro De Filippo

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