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Contractors: adesso arriva anche l’aviazione militare privata

by Paolo Mauri
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Roma, 4 lug – Contractors, ovvero personale militare professionista privato; da alcuni chiamati, con disprezzo, “mercenari” ma che a ben vedere non hanno nulla a che fare con la figura romantica del militare che abbandonava tutto per dedicarsi all’arte della guerra nelle savane africane oppure nelle giungle asiatiche. Oggi un contractor è un operatore specializzato nella sicurezza del personale e delle installazioni private e non site nei teatri di crisi di mezzo mondo (le piattaforme Eni in Libia, ad esempio, sono sorvegliate da personale armato privato). Spesso e volentieri sono anche usati per operazioni a bassa intensità con il placet dei vari governi (Afghanistan, Iraq) o per sorveglianza antipirateria (molti Stati affidano la protezione del proprio naviglio mercantile a società private invece di ricorrere a personale dell’Esercito per ovvi motivi “diplomatici”).

aeronautica

Il tracciato radar di un A-4N contractor beccato in volo sulla Germania centrale

Ora però il mondo dei contractors sembra voler conquistare anche l’ambiente principe di un campo di battaglia: l’aria. Da alcuni anni, infatti, esistono società private che si sono dotate di aviogetti di origine militare che vengono impiegati nell’addestramento al combattimento dei piloti delle Forze Armate. E’ il caso della società canadese Discovery Air Defence, che dal 2005 opera con alcuni Alpha Jet e qualche A-4N “Skyhawk” come se fosse uno stormo di “aggressors” non solo congiuntamente all’aeronautica canadese; velivoli A-4 sono stati visti impegnare Eurofighter “Typhoon” tedeschi in più di una occasione per simulare il combattimento aereo manovrato (il “dogfight”) nei cieli dell’Europa centrale. Perché questa particolare, lucrosa, attività? Principalmente perché il mondo è cambiato (o per meglio dire era cambiato) per cui i cospicui tagli al bilancio della Difesa nei Paesi Occidentali avvenuto negli anni passati e soprattutto il cambio della minaccia con il presentarsi dei conflitti “asimmetrici” (quindi senza una forza aerea nemica) hanno provocato la chiusura di numerosi stormi di “aggressors” che provvedevano a fornire il “bersaglio” da esercitazione per le aeronautiche di mezzo mondo. Liberata quindi una nicchia di mercato e con il mutare dello scenario globale che ha determinato un ritorno della percezione della minaccia convenzionale, ecco che sono nate le società private che hanno provveduto a colmare questa lacuna con aerei militari comprati ad hoc e soprattutto con i piloti.

Piloti che pare siano anche intervenuti direttamente nei conflitti asimmetrici contemporanei: secondo fonti non confermate alcuni di questi sarebbero entrati in azione in Libia su aviogetti degli Emirati Arabi Uniti contro l’Isis. Piloti civili che quindi sono sempre più richiesti per effettuare operazioni su aerei militari, come accade per quelli della Academi (ex Blackwater) di Erik Prince, che a detta di Deborah Lee James, segretario dell’USAF, sono “la più piccola Air Force della storia che ha affrontato il maggior numero di missioni di sempre”. Queste società, come appunto la Discovery Air Defence, rappresentano un giocatore che non ti aspetti in una partita, quella dei conflitti asimmetrici, che è già difficile da giocare: la presenza sul mercato di vere e proprie forze aeree in vendita al miglior offerente e dotate di aviogetti che, sebbene obsoleti rispetto ai caccia di quinta (e quarta) generazione sono comunque efficaci in conflitti a bassa intensità o asimmetrici ove non vi sia un’aeronautica nemica o sistemi AA moderni, potrebbe dare il via a una nuova era dei conflitti con la possibilità di ingaggiare questi nuovi contractors per far scoppiare nuove “guerre private” o per procura. Occorre quindi limitare o regolamentare l’impiego di suddette forze aeree private onde evitare di trovarsi di fronte a spiacevoli scenari come quello in cui un gruppo terrorista ben finanziato e col dovuto sostegno politico decida di rovesciare un governo con l’utilizzo di una vera e propria piccola forza aerea.

Paolo Mauri

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2 comments

nemesi 4 Luglio 2017 - 5:46

Salvatore Failla e Fausto Piano.
A molti questi nomi non diranno molto,ma sono due tecnici rapiti ed uccisi in Libia (rapiti in tutto 4 Italiani) proprio perchè non avevano contractors al seguito, durante un viaggio di trasferimento,
Detto questo…
esiste un lavoro più bello,ardimentoso ed utile di quello di andare a fare servizi armati in giro per il mondo?

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italiano stanco 4 Luglio 2017 - 7:11

forse quello di fare in modo che questi conflitti nemmeno esistano …………………….

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