Pyongyang, 26 feb – Otto dipendenti dell’ambasciata russa in Corea del Nord e le loro famiglie hanno impiegato 34 ore per lasciare il Paese: un viaggio a dir poco estenuante, che si è concluso spingendo bagagli e figli su un carrello ferroviario.
Corea del Nord, i collegamenti e il Covid-19
I confini della Corea del Nord sono stati effettivamente bloccati per mesi come parte degli sforzi del regime di Kim Jong Un per tenere a bada il Covid-19, bloccando i pochi diplomatici che operano all’interno di Pyongyang. La compagnia aerea statale nordcoreana Air Koryo opera voli da Vladivostok nella Russia orientale, ma anche quei voli sono stati sospesi da mesi. Il viaggio terminato col carrello sembrerebbe quindi essere l’unico modo in cui i diplomatici russi e le loro famiglie potevano lasciare il Paese, ha detto l’ambasciata russa sulla sua pagina Facebook verificata.
Il viaggio “vintage” dei diplomatici russi
Il viaggio dei diplomatici russi dalla Corea del Nord è, in realtà, iniziato in treno. I russi hanno trascorso 32 ore viaggiando sul vecchio sistema ferroviario, poi hanno guidato un autobus per due ore fino al confine, ed è qui che le famiglie dovevano hanno preso un carrello ferroviario per i loro bagagli, anche se ciò significava spingerlo per il resto della strada. Un carrello, noto anche come carretto a mano, è un tipo di vagone ferroviario reso popolare nel 1800 che viene alimentato dai suoi passeggeri tramite l’uso di una leva a pompa o da persone che spingono manualmente l’auto da dietro.
L’avventura pubblicata dall’Ambasciata russa
L’Ambasciata ha pubblicato due foto del terzo segretario Vladislav Sorokin che spingeva la sua famiglia e il loro bagaglio lungo i binari mentre indossava abiti invernali spessi. La più giovane dell’equipaggio era la figlia di 3 anni di Sorokin, Varya. Sorokin ha dovuto spingere il carretto a mano per un chilometro, parte del quale includeva un ponte sul fiume Tumen che separa la Russia dalla Corea del Nord. Una volta raggiunta la stazione russa di Khasan, la famiglia è stata accolta dai colleghi del ministero degli Affari esteri che li hanno aiutati ad arrivare all’aeroporto di Vladivostok.
Ilaria Paoletti