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Corea: scambio colpi artiglieria tra Nord e Sud, sale la tensione

by Paolo Mauri
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NKOREA-SKOREA-MISSILE-FILESSeoul, 21 ago – Nella mattinata di ieri c’è stato uno scambio di colpi di artiglieria al confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud: l’esercito di Pyongyang ha cercato di colpire con dei razzi degli altoparlanti posti a ridosso del confine in territorio sudcoreano che da giorni trasmettevano messaggi di propaganda.
Pronta è stata la risposta del Governo di Seoul che ha dato ordine di sparare alcuni colpi di obice da 155 mm all’indirizzo delle postazioni nordcoreane e nel contempo ha predisposto l’evacuazione della popolazione civile abitante a ridosso del 38esimo parallelo. Pyongyang infatti ha minacciato un intervento armato se la guerra psicologica messa in atto dalla Corea del Sud non cesserà nelle prossime 24 ore. Questo scambio di messaggi via altoparlante tra le due nazioni divise dall’ultimo confine della Guerra Fredda rimasto non è una novità: la tecnica è stata da sempre usata per cercare di fiaccare il morale delle truppe avversarie ma era temporaneamente cessata nel 2004 quando i due Paesi avevano siglato un accordo per porvi termine.
Armistizio “sonoro” che è stato di recente interrotto da Seoul come rappresaglia per il recente ferimento di due soldati per colpa dell’esplosione di una mina lungo la linea smilitarizzata che segna il confine tra i due Stati, mina che sarebbero stata posizionata da militari del Nord. Il regime di Kim Jong-un nega la responsabilità del fatto ma la tensione nell’area torna a salire anche in considerazione dell’annuale esercitazione, ormai di routine essendo iniziata nel 1976, denominata “Ulchi-Freedom Guardian 2015” che prevede l’impiego di circa 80mila uomini in maggioranza facenti parte delle forze armate statunitensi e sudcoreane ma con la partecipazione anche di Australia, Canada, Nuova Zelanda, Francia, Regno Unito, Colombia e Danimarca.
Secondo fonti russe la Corea del Nord avrebbe minacciato di utilizzare i loro ultimi ritrovati bellici che sarebbero “sconosciuti al resto del mondo” (nucleari n.d.a.) se gli Stati Uniti non cancelleranno l’esercitazione, ma riteniamo che Pyongyang utilizzi la solita tattica di alzare la tensione per strappare migliori condizioni durante il prossimo tavolo di trattative, come del resto è sempre avvenuto in passato, soprattutto in occasione della ricorrenza di questa esercitazione che ogni volta è stata definita “una dichiarazione di guerra”.
Tuttavia la potenza militare della Corea del Nord non è affatto da sottovalutare a causa del solo fattore numerico: la Repubblica Democratica Popolare di Corea annovera poco più di 1 milione e 100 mila militari nelle sue Forze Armate, di cui 950mila nelle sole forze terrestri, tra le più grandi del mondo. Oltre a queste forze regolari Pyongyang può contare su una forza di circa 4milioni e 700mila uomini e donne inquadrati nelle Unità di Addestramento della Riserva Militare, nella Milizia dei Contadini e dei Lavoratori e in altri corpi paramilitari più piccoli. Il cuore della riserva militare, quello che è il nucleo meglio organizzato e addestrato è l’Unità di Addestramento che raccoglie circa 600mila effettivi strutturati in 37 divisioni territoriali.
Inoltre dispone di più di 4mila mezzi corazzati, per la maggior parte obsoleti, di 17mila pezzi di artiglieria e di quasi un centinaio di sistemi missilistici tattici in grado di colpire oltre, ovviamente, al Sud, il Giappone e di un numero imprecisato di missili balistici intercontinentali (ICBM) Taepodong-2, in grado di raggiungere il territorio metropolitano statunitense (Alaska). L’aviazione dispone di circa 400 tra caccia e cacciabombardieri le cui migliori piattaforme sono rappresentate da una settantina di Mig-29 e Su-25, la Marina invece può contare su un buon numero di unità sottili e su circa 80 sottomarini a propulsione diesel-elettrica tra cui spiccano i 22 classe Romeo (dati 2007).
Paolo Mauri

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