Home » Coronavirus, in Germania si lavora per estendere lo smart working anche dopo l’emergenza

Coronavirus, in Germania si lavora per estendere lo smart working anche dopo l’emergenza

by Ilaria Paoletti
1 commento
smart working

Berlino, 27 apr – Il ministro del Lavoro tedesco, Hubertus Heil, vorrebbe per legge stabilire il diritto allo smart working qualora fosse possibile farlo, anche in assenza dell’emergenza da coronavirus.

“Se il lavoro lo consente si può lavorare da casa”

Heil, socialdemocratico, dichiara in un’intervista all’edizione domenicale del giornale Bild am Sonntag che vuole  presentare la proposta di legge per “estendere” lo smart working in autunno. Secondo lui, le stime iniziali ci dicono che in Germania la percentuale dei dipendenti che lavorano da remoto è aumentata dal 12% al 25% nel corso dell’emergenza coronavirus, per un totale di circa 8 milioni di persone. Dice quindi Heil: “Chiunque voglia e il cui lavoro lo consenta dovrebbe essere in grado di lavorare in un ufficio a casa, anche quando la pandemia sarà finita,  stiamo imparando quanto lavoro si può fare da casa”.

“Non forzare lo smart working”

Sempre secondo il ministro del Lavoro tedesco, il governo vorrebbe “consentire più lavoro a domicilio, ma non forzarlo”: le persone, infatti, dovrebbero scegliere di passare in toto al lavoro da casa o magari optare solo per lavorare da casa per uno o due giorni alla settimana. A quanto emerge, i socialdemocratici (il partito del cancelliere Angela Merkel) avevano già proposto questa soluzione a dicembre, quando ancora l’emergenza da coronavirus non era in vista.

In Italia, invece …

In Italia, invece, dopo il 4 maggio la metà dei genitori riprenderà l’attività professionale fuori da casa. Dai dati emersi dallo studio Yoopies, durante il confinamento in circa l’87% dei nuclei familiari analizzati almeno uno dei due genitori è potuto rimanere a casa, potendosi quindi occupare dei bambini. Solo nel 13% dei casi, entrambi i genitori hanno continuato a lavorare fuori casa, perché impiegati nei settori ritenuti essenziali dal decreto del governo giallofucsia. Ma se andiamo ad analizzare il quadro dal 4 maggio in poi, le famiglie prese in esame si dividono in due gruppi: il 53% in cui entrambi i genitori dovranno tornare a lavoro; il 47% in cui uno dei due genitori potrà rimanere a casa con i bambini, lavorando in smart working o senza lavorare perché la sua attività è ancora sospesa. Per i genitori che dovranno tornare entrambi al lavoro, per la gestione e la cura dei figli il campo si restringe: il ricorso ad una baby sitter (50%), l’aiuto di amici e parenti (30%) mentre il 20% dei genitori dichiara di non aver ancora trovato una soluzione e di star valutando l’estrema possibilità di sospendere ulteriormente la propria attività lavorativa. Una decisione che peraltro peserebbe ancora di più sul bilancio familiare già messo in crisi dalla serrata generale.

Ilaria Paoletti

You may also like

1 commento

Cesare 27 Aprile 2020 - 7:27

Lo smart working creerà una società piu’ disumana in cui i nostri contatti interpersonali diretti saranno ridotti.Guardiamo già oggi cosa avviene in pubblico dove molti stanno allo smartphone totalmente disinteressati di quello che gli avviene intorno.Ma è il sogno delle elites occulte; a loro serve gente isolata da poter manovrare piu’ facilmente. Il loro obiettivo è un individuo isolato e con identità famigliare, nazionale,religiosa e sessuale incerta, da poter sfuttare e manovrare a piacimento sin dalla tenera età.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati