Roma, 4 feb – Il virus continua a far paura e la Cina non si sta limitando a porre in quarantena intere macroaeree urbane. Una delle misure più dure adottate dalle autorità di Pechino, e che inevitabilmente sta già facendo discutere, prevede infatti la pena di morte per coloro che diffondono intenzionalmente il coronavirus. Un primo esempio a riguardo arriva dalla Heilongjiang, provincia nord orientale del Paese, dove la Higher People’s Court ha introdotto la pena capitale in base all’addebito di “minaccia alla sicurezza pubblica con mezzi pericolosi”.
Le misure restrittive della Cina
Al contempo, la stessa corta, ha stabilito una condanna draconiana per chi rifiuta la quarantena: fino a 7 anni di carcere. Non solo, stando all’avviso della corte diffuso da South China Morning Post, chi diffonde fake news sul coronavirus potrà essere condannato fino a 15 anni di carcere. Come sottolineato dal quotidiano di Hong Kong, non è chiaro però cosa intendano i giudici con “diffondere intenzionalmente il virus”, ma le pesanti misure restrittive adottate dalla Cina sono sempre più numerose. L’Alta Corte di Pechini, ad esempio, ha garantito che combatterà in ogni modo possibile il traffico di farmaci contraffatti, una piaga che rischia di diffondersi in tutto il territorio nazionale.
Allo stesso tempo però il governo di Pechino ha ordinato alle compagnie aeree di non sospendere i voli da e per i Paesi stranieri, tranne quelli che non abbiano dichiaratamente imposto un divieto ai viaggiatori cinesi. “Allo scopo di rispondere alle necessità dei passeggeri dentro e fuori il Paese, e per garantire gli approvvigionamenti in questo particolare periodo, l’amministrazione chiede alle linee aere di garantire la continuità dei trasporti verso nazioni che non hanno imposto restrizioni di viaggio”, hanno infatti affermato le autorità cinesi.
Eugenio Palazzini
1 commento
La Cina ne sa qualcosa dei farmaci, presidi medico chirurgici contraffatti… Chi di spada ferisce di spada perisce.