La rivista, dalla sua prima uscita nel settembre scorso, ha sostituito la precedente Dabiq. Consta di 46 pagine tradotte in inglese, francese, russo, tedesco, cinese, urdu, che trattano argomenti di carattere politico e di analisi internazionale secondo il punto di vista dell’Isis. L’ultima copertina è stata diffusa dal Site di Rita Katz, il gruppo di monitoraggio dell’Isis sul web.
Dal numero scorso, è stata lanciata anche l’edizione in lingua farsi, l’idioma iraniano, per reclutare jihadisti nel Paese degli Ayatollah. Oltre alle analisi politiche Rumiyah fornisce anche dettagliate regole e stili di vita del perfetto jihadista che conquisterà l’Occidente. E invita i lupi solitari in Occidente all’azione. Perché, come dice il nome stesso del magazine – Rumiyah significa Roma – il bersaglio dell’Isis sono i crociati occidentali.
Nel numero precedente, quello di maggio, c’era scritto che “Colpire i bambini non è sbagliato” e incitava alla carneficina “collaterale” di donne e minori. Non a caso di lì a pochi giorni dall’uscita si è verificato l’attentato di Manchester.
E a Manchester si fa riferimento anche nel decimo numero, per celebrare l’attentato che è costato la vita a 22 persone, per lo più ragazzini. Rumiyah afferma che i nemici dell’Islam hanno fatto del loro meglio per mostrarsi coraggiosi, ma hanno fallito.
La copertina del numero di giugno, pardon, di Ramadan, è dedicata alla situazione in Asia dell’Est, con chiari riferimenti alle Filippine e alla situazione di Marawi, sull’isola di Mindanao, dove i jihaditsi combattono il governo di Manila e il suo esercito. La presa di alcune zone della città ricorda a Rumiyah la presa di Mosul.
Di seguito una fotogallery con le copertine dei numeri precedenti della rivista
1 commento
Bisogna sterminali,non c’è altra soluzione!