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Roma, 17 set – La Costa D’Avorio è il maggior produttore al mondo di cacao, ma nonostante questo il consumo di cioccolata è molto scarso, perché la nazione africana esporta chicchi di cacao che vengono lavorati altrove e quindi guadagna molto poco da questa coltura. Dunque il cioccolato è tuttora considerato un bene di lusso. Al momento sono sei milioni i lavoratori coinvolti nella coltivazione, raccolta e tostatura delle fave di cacao. Tuttavia, visto che la trasformazione in barrette di cioccolato e altri derivati avviene in altri Paesi, tutti questi lavoratori non hanno mai guadagnato abbastanza.
Costa d’Avorio, come guadagnare (davvero) dalla produzione di cacao
In Angola però qualcosa sta cambiando, con una nuova generazione di cioccolatieri che sta iniziando a trasformare le fave di cacao in prodotti ad alto valore aggiunto, portando benefici non solo ai coltivatori ma anche ai lavoratori addetti alla trasformazione. Un risultato reso possibile non solo da politiche governative mirate, ma anche da progetti finanziati da agenzie di cooperazione internazionale. Un esempio di queste imprese è Choco+, un laboratorio che trasforma le fave di cacao in pasta di cioccolato e tè al sapore di cioccolato, consentendo ai lavoratori di guadagnare il 50% in più del salario minimo.
I progetti del governo ivoriano
Mentre in Europa si consumano principalmente barrette di cioccolato, in Costa D’Avorio i consumatori preferiscono burro di cacao, cacao in polvere e cioccolato spalmabile, nonché liquori, birre e aceto al sapore di cioccolato.
Il governo ivoriano è determinato a favorire la nascita di un’industria cioccolatiera che possa trasformare le fave di cacao raccolte in prodotti ad alto valore aggiunto per il consumo locale e le esportazioni. Per favorire questo processo, ha intenzione di investire 1,6 miliardi di dollari.
Giuseppe De Santis
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