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Misteri Covid: il primo brevetto per vaccino depositato a febbraio 2020?

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 7 giu – Uno scienziato militare cinese, con legami con gli Stati Uniti, avrebbe depositato un brevetto per un vaccino contro il Covid 19 a febbraio 2020. Ben prima dunque che fosse dichiarata la pandemia globale. E’ quanto rivelato da The Australian, il quotidiano più celebre e venduto in Australia. Yusen Zhou (questo il nome dello scienziato) lavorava per l’Esercito di Liberazione del Popolo (PLA) e avrebbe depositato i documenti in questione il 24 febbraio 2020 per conto del partito cinese. Il governo di Pechino confermò appena cinque settimane prima, per la prima volta, la trasmissione umana del coronavirus. Difficile non pensare, se così stanno le cose, che la Cina non stesse lavorando da tempo a un vaccino contro il Covid 19.

Leggi anche: Il Covid è scappato da un laboratorio? Il Wsj: “Tre virologi di Wuhan malati a novembre 2019

Brevetto per vaccino, che fine ha fatto lo scienziato che lo depositò?

Sempre secondo il quotidiano australiano, Zhou avrebbe tra l’altro “lavorato a stretto contatto” con gli scienziati dell’Istituto di virologia di Wuhan, tra i quali Shi Zhengli (altrimenti chiamata Bat woman), vicedirettore del laboratorio noto per le sue ricerche sul coronavirus nei pipistrelli. La notizia è di per sé clamorosa, ma non è tutto. Perché Zhou è letteralmente scomparso, secondo alcuni è morto in circostanze misteriose tre mesi aver depositato il brevetto per vaccino. Come fatto notare dal New York Post, il decesso di questo scienziato è stato segnalato soltanto en passant in un rapporto dei media cinesi. Eppure Zhou era uno degli scienziati più importanti della nazione asiatica.

L’origine del Covid e la “strana” versione di Fauci

Non solo, come detto, Zhou aveva legami anche con gli Stati Uniti. Aveva infatti lavorato a lungo a ricerche promosse dalle istituzioni americane, ad esempio al New York Blood Center e all’Università del Minnesota. Ma il quotidiano australiano va oltre, affermando che l’immunologo statunitense Anthony Fauci ha sempre saputo – al contrario di quanto sostenuto da inizio pandemia – che il Covid non ha un’origine naturale. Cosa peraltro emersa in parte nei giorni scorsi con le oltre 3.200 email pubblicate da Washington Post e BuzzFeed.

In una di queste, datata 31 gennaio 2020, Kristian Andersen (professore allo Scripps Research Institute), fece notare a Fauci alcune “strane” caratteristiche genetiche del virus Sars-CoV appena spuntato fuori. “Alcune caratteristiche sembrano (potenzialmente) costruite”, scrisse Andersen a Fauci. Il professore segnalò poi che assieme ad altri scienziati aveva riscontrato “inconsistenze nel genoma rispetto a quelle previste in linea con la teoria evoluzionistica”. Quindi “dobbiamo analizzarlo più attentamente, ci sono ulteriori indagini che devono essere fatte, perché queste opzioni possono sempre cambiare”.

Alessandro Della Guglia

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2 comments

fabio crociato 7 Giugno 2021 - 7:28

Penso sia proprio la strada giusta!

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luca 7 Giugno 2021 - 11:13

spero che gli avvelenatori cinesi saranno costretti a risarcire l’umanità del danno perpetrato ed impossibilitati a nuocere ulteriormente

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