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E l’Onu decise che il Babbo Natale olandese è razzista

by Adriano Scianca
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babboAmsterdam, 26 ott – Babbo Natale è razzista. Oramai nessuno si stupirebbe più se qualche arguto esperto analista dell’Onu arrivasse a dire una cosa simile. Dopo le accuse fatte a Dante che dovrebbe essere vietato a scuola perché antisemita, islamofobo e omofobo, francamente ci si può aspettare di tutto. Quindi niente di strano se l’accusa ora tocca all’arcano vecchio barbuto che porta i doni ogni notte di Natale. Al centro del mirino nello specifico è finito il Babbo Natale olandese, Sinterklaas, che nella tradizione del paese dei tulipani è rappresentato come un vecchio vescovo vestito di rosso, il San Nicola della versione cristiana, che si fa accompagnare da aiutanti chiamati Zwarte Piet, “Pietro il Nero”, rappresentati nelle feste folkloristiche da persone col volto dipinto di nero, le labbra rosso acceso, i capelli ricci e costumi variopinti. A far più ridere poi non è neanche l’assurda accusa, né il fatto che esista una commissione Onu per vigilare sulla political correctness delle feste popolari, ma lo stupore con il quale la commissione Onu ha commentato l’ovvia reazione degli olandesi che già hanno raccolto 2 milioni di firme contro la richiesta di abolire la festa. “Non riusciamo a capire perché gli olandesi non riconoscano che questo è un ritorno alla schiavitù e che questa festa, nel ventunesimo secolo, deve finire”. Già, non riusciamo proprio a capire.

Ma non è la prima volta che l’Olanda ha di questi problemi in prossimità delle feste natalizie. Già nel 2009 alla Haage Hoge School, un istituto molto frequentato dell’Aia, fu vietato agli studenti di addobbare il tradizionale albero di Natale. Il motivo? L’integrazione, perché essendo l’Aia un paese multi etnico e avendo l’istituto più del 40% di studenti di diverse nazionalità, qualcuno avrebbe potuto offendersi nel vedere un simbolo palesemente cristiano. Sorvolando sul fatto che l’Albero di Natale, rappresentazione dell’Albero Cosmico della Vita e quindi Centro luminoso che sempre irradia anche nelle notti più profonde è tutt’altro che cristiano e anzi è comune a praticamente tutte le tradizioni e religioni, il concetto che si è voluto far passare è che l’integrazione prevede il fatto che ciò che è culturalmente definito sia per forza offensivo per l’altro e che l’integrazione si basi proprio sull’annullamento della propria cultura, sul taglio d’accetta sulle specificità identitarie, sul trovare un punto comune che azzeri tutto il resto. La tanto sbandierata società multiculturale dell’incontro e confronto tra culture si riduce quindi allo svuotamento delle culture in modo che tutti siano uguali quando oramai non c’è più nulla che possa differenziare e, quindi, su cui ci possa confrontare. È questo il principio per cui, ad esempio, a Londra nel 2006 furono vietati biglietti e cartoline natalizie, sostituite con un generico “buone feste” o “auguri di stagione” senza simboli per non offendere le sensibilità altrui e per far sentire tutti uguali. Ed è in fondo lo stesso principio su cui si basano le deliranti proposte di eliminare il sesso dei genitori per non offendere le sensibilità altrui e far quindi diventare mamma e papà “genitore1” e “genitore2”. Non resta dunque che augurare una buona integrazione a tutti.

 

Carlomanno Adinolfi

 

 

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ranio 28 Maggio 2015 - 4:33

paradossale cho l’ONU abbia competenza in simili materie e che sprechi il suo tempo a dettare divieti diretti all’annullamento delle tradizioni popolari …ma è proprio il caso di dire “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. L’Olanda è la punta di diamante europea del multi-culturalismo-etnicismo-linguismo-sessismo. Si riscopre dispiaciuta della censura ONU a Santa Klaus ma da decenni ha totalmente rinnegato le proprie radici cristiane con leggi a favore dell’eutanasia anche per i bambini ed è stata tra le prime nazioni europee a introdurre le nozze gay. Può mai lamentarsi se l’ONU la chiede oggi di essere coerente fino in fondo con la sua stessa ideologia di laicismo estremo? Ora si accorge di pagarne le conseguenze. Ed è solo l’inizio. Noi seguiremo a ruota assieme a tutto il carrozzone europeo che ha rinnegato la propria storia, la propria identità e le proprie radici.

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