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L’Egitto vieta la plastica per evitare disastri ecologici nel Mar Rosso

by Andrea Bonazza
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Il Cairo, 3 apr – La civiltà egiziana di tanto in tanto torna a sorprenderci positivamente. Oggi non parliamo dell’Egitto per gli attentati del terrorismo islamista, ma bensì delle bombe di plastica del “terrorismo” consumista che da anni sta provocando quello che, a ragione, viene considerato un vero e proprio disastro ecologico globale, esteso dalle terre di tre quarti del mondo fino a mari e oceani oggi soffocati dall’egoismo umano nel considerare la natura come un gigantesco bidone individuale. Il governatorato egiziano del Mar Rosso, quello che gestisce le località balneari più rinomate, in questi giorni ha messo al bando la plastica usa e getta da ristoranti, bar, supermarket, negozi di alimentari e farmacie, al fine di combattere l’inquinamento.

Come già avvenuto in diverse parti del mondo, da giugno verranno vietate posate, piatti, bicchieri e tappi di plastica, ritirando l’autorizzazione alla produzione di buste di plastica, trappole mortali soprattutto per i pesci. “Il decreto punta a proteggere l’ambiente e le specie a rischio che sono gravemente danneggiate dall’ingestione” della plastica, “la quale danneggia anche la salute umana”, ha spiegato in una nota l’Associazione per la protezione e la conservazione dell’ambiente di Hurghada. Oltre a questo paradiso per gli amanti delle immersioni, il governatorato annovera pure altre località famose per il loro mare pieno di coralli e coloratissimi pesci come El-Qusair, Ras Ghareb e Marsa Alam.

Un esempio da seguire

Sharm El-Sheikh, forse la meta più in voga per il turismo italiano, ricade invece nel governatorato del Sinai meridionale. Ci auguriamo però che anche queste spiagge tanto care ai turisti italiani, possano in futuro adottare le stesse misure “plastic free” per insegnare agli sporcaccioni di casa nostra un’educazione ecologica che andrebbe maggiormente valorizzata. L’Italia infatti, su questo oggi dovrebbe imparare la lezione dal Mar Rosso e impegnarsi per la salvaguardia ambientale dei nostri mari, magari portando l’Unione Europea, simbolo stesso del turbo-capitalismo del Vecchio Continente, ad adottare misure urgenti per tutelare le bellezze naturali del Mediterraneo sempre più minacciate dall’inquinamento occidentale.

Andrea Bonazza

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