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L’Africa che prova a combattere l’emergenza alimentare: i casi di Egitto e Zambia

by Giuseppe De Santis
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Roma, 15 ott – La siccità e la guerra in Ucraina hanno aumentato la possibilità che l’Africa possa essere colpita da una crisi alimentare senza precedenti e questo è dovuto al fatto che il continente nero importa gran parte del cibo che consuma. Anche se l’aumento dei prezzi delle derrate alimentari sta creando parecchi problemi, alcuni Paesi africani stanno agendo per risolvere questo problema e a tale proposito sono degni di nota gli sforzi fatti da Egitto e Zambia.

Così Egitto e Zambia provano a contrastare la crisi alimentare

L’Egitto è uno dei più grossi importatori di cereali dell’Africa e l’aumento dei prezzi causato da siccità e guerra in Ucraina sta creando molti problemi alla nazione nordafricana, anche perché l’incremento dell’inflazione sta impoverendo gran parte della popolazione che non può permettersi l’acquisto di alimenti di base quali pane e riso. Per risolvere questa situazione drammatica il governo de Il Cairo ha aumentato le aree destinate a coltivazione di riso, così da garantire per l’anno in corso una produzione di 6 milioni di tonnellate (ben superiore ai 4,5 milioni del 2021) e nei prossimi anni punta a raggiungere l’autosufficienza nella produzione di riso. Gli interventi del governo egiziano però non si limitano alla coltivazione di riso, ma anche a quella di grano. Importanti al riguardo gli incentivi per gli agricoltori, volti ad aumentare la produzione di questo importante cereale.

L’Egitto però non è l’unico Paese che si sta impegnando ad affrontare questo problema, visto che anche lo Zambia sta prendendo iniziative in merito con l’aiuto del World Food Programme e della Germania. Nel caso dello Zambia il problema principale è la siccità e le agenzie di cooperazione tedesca stanno aiutando centomila contadini zambiani a ridurre le perdite dei raccolti.
A tale proposito si sta incoraggiando i contadini a piantare colture più “resistenti”, quali mais, cassava, arachidi e fagioli. Viene poi incentivata l’introduzione di tecniche per ridurre il consumo di acqua, viene spiegato ai contadini locali qual è il momento migliore per la raccolta e si forniscono loro sacchi speciali per la conservazione del raccolto senza l’uso di pesticidi.

Giuseppe De Santis

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