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Eni, maxi investimenti in Mozambico: dai gasdotti alle piattaforme galleggianti

by Giuseppe De Santis
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Mozambico, Eni

Roma, 4 mag – Sono decenni che Eni è presente in Africa e l’esperienza da essa acquisita nel settore degli idrocarburi la rende un partner affidabile per tutte le nazioni del continente nero che intendano trarre beneficio dai loro depositi di petrolio e gas. A tale proposito sono degni di nota i colossali investimenti che il cane a sei zampe sta effettuando in Mozambico, dove sono stati scoperti enormi giacimenti di oro blu che permetteranno al Paese di diventare nei prossimi anni uno dei dieci più grandi esportatori di gas naturale liquefatto.

Tutti i progetti di Eni per il Mozambico

In Mozambico l’Eni non solo sta costruendo una piattaforma galleggiante che sarà collegata alle riserve di Coral Sul, ma sta anche lavorando a un progetto che vedrà la costruzione di due gasdotti per trasportare Gnl dalle riserve di Golfinho e Atul fino alla penisola di Afungi. Se tutto andrà bene questi gasdotti potrebbero diventare otto, e se questo non fosse abbastanza per il 2024 o al massimo il 2025 altre due condutture saranno realizzare per collegare la penisola di Afungi con le riserve di gas di Mamba.
Pur rivestendo un ruolo importante Eni non è l’unica compagnia presente, visto che la costruzione delle infrastrutture è stata affidata ad altre società quali Technip FMC, Oceaneering International, Advanced Technology Valve, Cameron Italy, VanOord e un consorzio di cui fanno parte McDermott, Chyioda e Saipem. Tra i tanti progetti a cui queste realtà stanno lavorando troviamo la costruzione di decine di chilometri di gasdotti sottomarini che trasporteranno il gas naturale dalle riserve offshore alla terraferma.

Export e industrializzazione

La maggior parte del gas naturale liquefatto verrà esportata, la rimanente sarà invece destinata a progetti industriali in loco. Il governo ne ha approvati tre: una fabbrica di fertilizzanti posseduta della norvegese Yara, una raffineria gestita dalla Shell e un impianto per trasformare il gas in elettricità costruito dalla britannica GL Energy Africa.
La scoperta di queste riserve di gas naturale è stata possibile grazie alle licenze di esplorazione concesse dal governo del Mozambico nel 2018 a un consorzio di cui l’Eni ha, con il 34%, la quota di maggioranza relativa, mentre Qatar Petroleum e la sudafricana Sason hanno rispettivamente il 25,5%, con il 15% restante in mano alla società statale mozambicana Empresa Nacional de Hidrocarbonetos.
Giuseppe De Santis

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