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Erdogan vacilla, in Turchia sarà ballottaggio. Chi è Sinan Ogan, il nazionalista i cui voti saranno decisivi

by La Redazione
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sinan ogan

Roma, 15 mag – Comunque andrà a finire, la Turchia uscirà da queste elezioni spaccata in due. E’ la prima, rilevante, evidenza indiscutibile. La seconda è collegata inevitabilmente al primo: il potere del sultano Recep Tayyp Erdogan, per la prima volta, vacilla. I dati parlano chiaro: tra il presidente turco uscente, leader del partito della Giustizia e lo Sviluppo, e lo sfidante alla presidenza, il kemalista Kemla Kilicdaroglu, sarà ballottaggio. I dati restano dubbi, tra accuse e rivendicazioni dell’una e dell’altra parte, c’è solo una certezza: Erdogan non ha sfondato la soglia del 50% necessaria per la sua elezione al primo turno. Si andrà così al secondo turno, in programma il 28 maggio. Insomma, dopo venti anni di governo ininterrotto, Erdogan si gioca tutto tra due settimane. Occhio allora ai voti del nazionalista Sinan Ogan.

Turchia, il potere di Erdogan vacilla: i primi dati ufficiali

Come sopra accennato, i dati ufficiali mostrano che il presidente uscente si è fermato sotto la soglia del 50%. Secondo l’agenzia statale turca, Erdogan ha raccolto il 49,3% dei voti. Con lo sfidante Kilicdaroglu fermo al 45%, dopo che in sondaggi pre-elettorali lo avevano dato molto spesso in testa. Un po’ diverse le percentuali mostrate dall’autorità elettorale turca, secondo cui Erdogan raggiunge il 49,49%, mentre il leader dell’opposizione ottiene il 44,49% dei voti. L’outsider, il nazionalista Sinan Oga, si ferma al 5%. A ben vedere però i voti raccolti da quest’ultimo potrebbero essere decisivi al ballottaggio, perché a separare Erdogan dal principale sfidante, c’è appunto un 4-5% di consensi.

Il “sultano”, ieri sera, si è comunque detto sicuro: governerà la Turchia anche nei prossimi 5 anni. “Credo con tutto il cuore che continueremo a servire la nostra gente nei prossimi cinque anni”, ha dichiarato Erdogan. “Siamo in testa alle elezioni presidenziali”, ha specificato, affermando però che in ogni caso “rispetterà” un eventuale ballottaggio.

Lo sfidante: “Vinceremo al secondo turno”

“Se la nostra nazione dice che si andrà al secondo turno, vinceremo assolutamente al ballottaggio“, ha detto Kilicdaroglu. “La volontà di cambiamento – ha specificato – nella società è superiore al 50%”. Determinanti saranno allora i voti del nazionalista Ogan, il quale ha espresso preoccupazione per la modalità di conteggio delle preferenze arrivate dall’estero. “Abbiamo sentito che sono state effettuate alcune manipolazioni nei processi di conteggio dei voti all’estero”, ha cinguettato su Twitter. “Il conteggio dei voti non viene effettuato in un ambiente sano – ha rimarcato – avverto il Consiglio elettorale supremo. Non permetteremo il fatto compiuto con una manipolazione dei voti esteri”.

Chi è il nazionalista Sinan Ogan

Classe 1967, nato in Turchia in una famiglia azera, Sinan Ogan si è laureato presso il Dipartimento di Management dell’Università di Marmara nel 1989. Dal 1993 al 2000 ha lavorato come vicepreside presso l’Università statale di economia dell’Azerbaigian. Dal 1994 al 1998 è stato rappresentante dell’Agenzia turca per la cooperazione e lo sviluppo internazionale del ministero degli Affari esteri turco. Già esponente di rilievo del partito nazionalista Mhp, da quest’ultimo è stato espulso due volte. E’ attualmente leader della coalizione “Alleanza Ancestrale”, formata dal Partito della Vittoria (Zp), compagine ultranazionalista che propone il cosiddetto “panturchismo”, e dal Partito della Giustizia, legato agli ambienti conservatori liberali. I voti di Ogan saranno adesso determinanti. Sulla carta non dovrebbe sostenere Erdogan, ma il suo elettorato non è affatto detto che si sposti verso lo sfidante del presidente uscente. I sostenitori di Ogan, amano sui social legarlo alla figura del lupo, rigorosamente grigio. Salverà o azzannerà il “sultano”? Attendere due settimane per rispondere a questa domanda.

Eugenio Palazzini

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2 comments

Germano 15 Maggio 2023 - 10:20

In un paese come la Turchia, per Erdogan trovare i voti mancanti in queste due settimane lo do per scontato. Lo “sfidante” per la gran maggioranza dei turchi è soltanto troppo debole e non rappresenta alla maggioranza.

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fabio crociato 15 Maggio 2023 - 1:41

Adesso è la volta della Turchia, tra l’ altro con molti votanti siti all’ estero. Ma chi controlla le procedure di voto di “cittadini” stranieri che non votano mai ma risultano votanti a loro insaputa per sempre ? Ah, ah, ah…

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