“L’operazione sarà molto vasta, il messaggio degli Usa sarà chiaro” continua la fonte militare israeliana. “Washington manterrà la sua capacità di colpire in Iran e uno dei modi per dimostrarlo è proprio l’esercitazione, sarà un segnale sia per noi che per gli Iraniani che Washington mantiene tutte le sue potenzialità per un’opzione militare”.
Sembra quasi che Tel Aviv voglia forzare la mano a Washington dopo le aspre divergenze che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, da quando Obama ha dovuto cedere all’accerchiamento diplomatico di Putin sia per la soluzione pacifica in Siria che per l’accordo con l’Iran. Proprio per tentare di ripianare i rapporti e pianificare il futuro, la prossima settimana il Segretario di Stato americano John Kerry volerà a Gerusalemme per incontrare il premier Netanyahu e poi a Ramallah per incontrare il presidente palestinese Abu Mazen. Nel frattempo la diplomazia israeliana da giorni tenta di costruire una nuova rete d’influenza nel Medio Oriente cercando continue sponde e allenze con i Sauditi. Stando ancora alla fonte israeliana del Time, l’obiettivo a breve termine più urgente della rete di intelligence di Tel Aviv è quello di smascherare il “sicuro” doppio gioco del presidente iraniano Rouhani per smascherarlo davanti al mondo occidentale. Queste affermazioni, praticamente all’indomani del misterioso assassinio del viceministro dell’Industria iraniano e di molti scienziati del programma nucleare di Teheran che hanno evocato lo spettro del Mossad , di certo non promettono un futuro disteso in Medio Oriente.
Carlomanno Adinolfi