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L’Europa torna a scuola: tutte le differenze con l’Italia. Dalla mascherina al distanziamento

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 27 ago – In tutta Europa si torna a scuola a settembre, con la differenza che rispetto all’Italia, in altri Paesi Ue le lezioni in aula sono ripartite mesi fa, mentre noi eravamo ancora tappati in casa. Anche allo stato attuale ci sono differenze sostanziali su come i governi degli Stati membri gestiscono la riapertura delle scuole, le norme di sicurezza anti-coronavirus ed eventuali contagi. L’Italia è ancora nel caos, come lamentano presidi, regioni e sindacati, soprattutto sul fronte dei trasporti. Situazione ben diversa invece a casa dei nostri partner europei. Vediamo perché.

Danimarca apripista, un modello che ha fatto… scuola

Come è noto, la Danimarca è stato uno dei primissimi Paesi a riaprire le scuole, ad aprile scorso, con lezioni svolte anche all’aperto, e intende procedere allo stesso modo anche per il nuovo anno didattico. Oltre ad aver messo a disposizione numerosi spazi adattati alle esigenze di distanziamento, il governo danese ha disposto l’ingresso scaglionato, la sanificazione quotidiana degli ambienti, divieto di accesso a scuola per i genitori (con le dovute eccezioni), il mantenimento della distanza di un metro e i test sierologici. In caso di positività, il test viene esteso a tutti coloro che sono entrati in contatto e fino all’esito dell’esame è previsto il loro isolamento.

Regno Unito: nessun obbligo di mascherina in classe

Un modello ripreso anche in altri Paesi europei, come il Regno Unito. Il premier Boris Johnson mette il ritorno a scuola degli studenti dal primo settembre al primo posto, anche a costo di chiudere pub e ristoranti se necessario. Questa l’organizzazione del ritorno in aula: le classi vengono suddivise in sottoclassi più piccole, senza obbligo di mascherina – prima grande differenza con l’Italia -, perché viene garantito che i pochi alunni per classe non entrino in contatto tra loro (in ogni caso è a discrezione dei presidi). In Gran Bretagna già a giugno erano rientrati in classe circa 1,6 milioni di studenti, divisi per scaglioni: quelli delle classi di passaggio – ossia la prima e la sesta – e quelli che preparavano gli esami. Ebbene, in base ai risultati di uno studio dell’Agenzia di salute pubblica, i focolai sono stati soltanto 30, i contagi sono avvenuti soprattutto tra gli adulti mentre sono risultati positivi soltanto 70 bambini. In Scozia e Irlanda del Nord gli studenti hanno già ripreso le lezioni. A settembre toccherà ad Inghilterra e Galles. Queste le regole: ingressi e uscite saranno scaglionati, niente cori, assemblee o attività sportive (sempre per il rispetto del distanziamento). Nelle aree più colpite le mascherine saranno obbligatorie per adulti e bambini dalla settima classe in su (ossia dagli 11-12 anni). I banchi saranno disposti a ferro di cavallo, previsto l’utilizzo scaglionato di mense e scuolabus, disinfettati a ogni turno. Vietate inoltre le gite di più di un giorno e manica larga sulla condotta: allontanare i ragazzi deve essere l’extrema ratio. Johnson non ha dubbi: contrarre il virus in classe è meno grave che non tornare a scuola, tanto che il premier ha anche minacciato una multa di circa 135 euro ai genitori che non riporteranno i figli in classe.

Francia: mascherina obbligatoria dagli 11 anni in su

Vediamo la situazione in Francia, dove la riapertura delle scuole dall’11 maggio scorso, a scaglioni e dove possibile, è andata bene: i contagi infatti non sono aumentati. Tutto pronto quindi per la riapertura generale del 1 settembre. Queste le regole: mascherina obbligatoria per gli studeti dagli 11 anni in su (che però non sarà distribuita gratuitamente) e per tutti gli adulti, compresi gli insegnanti delle elementari. Il governo inoltre ha pronto un piano B, sistema misto di lezioni aula e didattica a distanza, a rotazione, nelle scuole delle città più colpite.

Germania: regole diverse per ogni Lander

In Germania, in 9 Lander è già ricominciato l’anno scolastico, il primo è stato il Meclemburgo-Pomerania, che ha riaperto 3 settimane fa. Per via dei contagi però hanno richiuso circa 100 istituti, soprattutto nelle aree con maggiore densità di popolazione, nord Reno Vestfalia ma anche Amburgo e Francoforte. A Berlino, dove la mascherina è obbligatoria solo fuori dalla classe, 41 scuole hanno riportato casi, con centinaia di studenti e insegnanti messi in quarantena. In generale, sebbene ogni Lander abbia le sue regole (la mascherina non è obbligatoria ovunque), si procede a scaglioni, in entrata, in uscita e nell’utilizzo degli spazi comuni.

Spagna: distanziamento ma non per i più piccoli

Infine il caso della Spagna, dove – nonostante una forte ripresa dei contagi (non come in Italia) – il rientro a scuola “si terrà comunque in condizioni ottimali”, assicura il premier spagnolo Pedro Sánchez. Tra il 4 e il 21 settembre, in base al corso di studi, torneranno in classe tutti gli iscritti alle scuole di ogni ordine e grado. Grazie a investimenti e all’ampliamento del corpo docente, il governo ha disposto la riduzione del numero di alunni per classe, il sistema misto videolezioni e in presenza. Queste le regole: distanziamento (1,5 metri), che però non vale per gli alunni più piccoli, che saranno divisi in gruppi da 15-20 bambini. Mascherine  obbligatorie dai 6 anni in su sugli scuolabus, e in classe solo dove non è possibile rispettare il distanziamento. Se poi la curva epidemica migliorerà, l’obbligo della mascherina sarà alzato a 11 anni. Tamponi per corpo docente e personale scolastico, misurazione della temperatura. Sul fronte dei contagi, uno studio su 22 scuole estive di Barcellona, riporta che per 1.905 bambini e preadolescenti, tenuti sotto controllo per 5 settimane, l’indice di contagio è risultato dello 0,3, ossia sei volte più basso di quello della popolazione generale. Un motivo in più per riaprire tutte le scuole.

Adolfo Spezzaferro

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