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FN: perché è importante il successo al Senato

by La Redazione
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marine3Parigi, 30 set – Da domenica, pare ancora incrementata l’inquietudine dei partiti francesi e dei più importanti media. Alcuni giornali addirittura si interrogano sull’opportunità del parlare così tanto – seppur male – del Front. Insomma gli alfieri dell’ ancien régime, aggrappati increduli allo scoglio mentre soffia forte il vento del Front National, vorrebbero potersi svegliare da un brutto incubo che sembra non finire più.

I termini del successo del Front nelle elezioni senatoriali del 28 Settembre vanno in effetti ben oltre il risultato numerico, ovvero l’elezione di Stéphane Ravier e David Rachline – già sindaci – nel sud est del paese. Le elezioni per il Senato, che si tengono ogni 3 anni, sono infatti a suffragio indiretto: per esse non votano tutti i cittadini francesi ma degli eletti (deputati, membri dell’assemblea provinciale, delegati dei consiglieri municipali).

Questo meccanismo  ha sempre costituito per il Front un ulteriore svantaggio rispetto ai già penalizzanti sistemi elettorali delle elezione dirette, e anche in questo caso gli avrebbe impedito di avere senatori se non fosse stato per il vento in poppa che sta spingendo da tempo il partito di Marine Le Pen. I numeri lo mostrano plasticamente, a iniziare dai due collegi nei quali sono stati eletti i senatori frontisti. Nel collegio Bouches-du-Rhône in cui è stato eletto Stéphane Ravier, il movimento tricolore poteva contare su 300 “suoi” voti, e ne ha ottenuti 431, mentre nell’altro collegio disponeva in partenza di 200 delegati, raddoppiando addirittura in questo caso i voti raccolti (401). Risultati simili si sono avuti anche in collegi dove pure il Front non ha eletto Senatori: 179 voti contro 70 attesi nel Gard, 135 contro 90 nell’Hérault, 132 contro 60 nelle Alpes-Maritimes, 127 contro 80 nella Vaucluse.Numeri analoghi si sono visti non solo del Sud ma spalmati su tutto il territorio nazionale, fino al risultato strabiliante della Seine-Maritime, dove il FN poteva contare sulla carta solo sul voto dei suoi 6 consiglieri regionali e ha raggiunto invece 161 voti.

Chi ha votato dunque il Front nel segreto delle urne? Sicuramente molti eletti non facenti capo ai partiti tradizionali, probabilmente anche molti dell’Ump. Ciò che conta , ben oltre il risultato numerico in sé, è l’evidente percezione da parte di molti eletti non frontisti della per ora inarrestabile avanzata del movimento di Marine Le Pen. Contrariamente a quanto si possa pensare in Italia, la tendenza a salire sul carro del probabile vincitore è universalmente diffusa. E la piccola ma significativa scossa del Senato costituisce probabilmente il preludio del grande sisma che scuoterà la vecchia politica francese alle prossime presidenziali.

 Cristiano Coccanari

 

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