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G20 di Amburgo: tanti cambiamenti, nessuno buono per l’Italia

by Guido Taietti
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Roma, 9 lug – Il G20 che si è appena chiuso ad Amburgo è stato dichiarato grossomodo da tutti gli analisti “un fallimento” e, in particolare sui giornali nostrani, c’è stata una totale attenzione esclusivamente alla questione “Clima e accordi di Parigi”. Verrebbe da chiedersi che G20 abbiano seguito visto che è accaduto anche altro, parecchio altro in realtà.

In merito al Clima gli Usa hanno ratificato la propria uscita dai trattati di Parigi: per ora sono gli unici e Trump è effettivamente da solo e scopriremo nel tempo se questo significherà un semplice isolamento su tale questione o, come appare più probabile, a medio termine significherà un enorme indebolimento delle concezioni che dal trattato di Parigi erano sorte. Occorrerà dare il tempo al mercato di veder circolare merci Usa non gravate dai costi derivanti dalle presunte scelte “anti inquinamento” e vedere quanto tempo occorrerà ad altri paesi industriali che lo svantaggio della tassazione sia troppo costoso.

Interessante, e quasi completamente ignorato dalla stampa, è la dichiarazione generica, ma utilizzabile operativamente, che permette agli Stati di utilizzare “strumenti di legittima difesa contro pratiche distorsive del mercato” il che è praticamente il permesso di utilizzare dazi. Una dichiarazione arrivata per via della forte pressione Usa e che, accompagnata ad una critica a certe scelte e paradigmi del WTO, hanno costruito l’inedito scenario di una Washington neo – protezionista ed un Europa che, tra le righe, ma non troppo, di fatto la accusa di essere abbastanza “free market”. In particolare si è sfiorato il ridicolo con l’importante tema dell’acciaio di fronte al quale le scelte protezionistiche americane (contro l’acciaio cinese, ma di fatto anche Europeo) hanno scatenato le ire di Juncker che ha sottilmente minacciato di ritorsioni gli Usa parlando di penalizzazioni al Bourbon americano: nessuno sano di mente paragonerebbe l’importanza dell’acciaio con quella del Whisky, ma il fatto che Juncker sia un probabile alcolista di aiuta a capire la sua uscita.

Esiste poi un secondo punto al quale non è stata dedicata la giusta attenzione: la proposta italiana di combattere gli sbarchi sul nostro territorio applicando sanzioni Onu agli scafisti (come blocco dei beni o divieto di viaggio) è stata bloccata da Russia e Cina. Ora, è chiaro a tutti che se esiste un tema che non preoccupa Cina e Russia sono gli sbarchi nel mediteranneo e occorre allora chiedersi perchè si siano messi di traverso ad una proposta per loro di fatto neutrale. Probabilmente hanno fatto un favore a qualche governo che non voleva esporsi e mostrare apertamente di voler danneggiare l’Italia. Non è importante comunque capire chi c’è dietro (la Germania comunque): quel che importa è sapere che gli sbarchi non finiranno e l’Italia oggi al G20 appare sempre più come un attore secondario e sacrificabile; o forse, un attore sacrificato.

Guido Taietti

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