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Gagauzia, uno strano avamposto filorusso puntato sull’Ucraina

by Eugenio Palazzini
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Roma, 15 mag – Entità territoriale autonoma della Moldavia, popolata da poco più di 157mila abitanti, la semisconosciuta Gagauzia balzò – per un attimo – agli onori della cronaca lo esattamente un anno fa. Come mai? Perché secondo alcuni analisti la regione più povera della nazione più povera d’Europa, rischiava di trasformarsi in base d’attacco per le truppe russe verso l’oblast’ di Odessa. Sì perché la Gagauzia non è semplicemente una piccola regione di un piccolo Stato confinante con l’Ucraina sud-occidentale, è anche e soprattutto terra di filorussi che parlano e pensano in russo, tra statue di Lenin e nostalgie sovietiche. Dal maggio 2022 però, nulla si è davvero mosso in quel lembo. Almeno fino a ieri, quando in Gagauzia sono arrivati i risultati delle elezioni per la carica di sindaco, vinte dalla candidata del Partito Sor, Evghenia Guțul. Nulla di sconvolgente, di per sé, anzi era prevedibile che a vincere sarebbe stata una compagine che strizza l’occhio alla Russia e si scaglia contro la possibile adesione della Moldavia all’Unione europea. D’altronde in quel lembo di terra i partiti sono più o meno tutti filorussi.

Chi ha vinto le elezioni in Gagauzia

“Noi, il partito Sor, chiederemo e insisteremo affinché qualsiasi integrazione moldava in Europa sia sospesa, poiché contravviene alla costituzione (moldava), ha detto il leader del Partito Sor, Ilan Shor, all’emittente Rossiya-24 dopo il risultato elettorale in Gagauzia. Shor, accusato di aver fomentato le rivolte in Moldavia lo scorso marzo, culminate con il tentativo di irruzione dei manifestanti nella sede del governo di Chisinau, è una figura decisamente controversa. Nato a Tel Aviv, figlio di ebrei moldavi di Chisinau trasferitisi in Israele alla fine degli anni Settanta, sposato con la cantante russa Jasmin, nel 2014 fu coinvolto nello scandalo di frode bancaria in Moldavia. L’anno successivo Shor fu sospettato dal Centro Anti-Corruzione Nazionale per il suo operato nel cosiddetto Salva Banche, per poi essere condannato agli arresti domiciliari. Nel novembre 2022, il governo di Chisinau ha chiesto alla Corte costituzionale di avviare un procedimento per la messa al bando del partito Sor in Moldavia, ritenendolo promotore di interessi di uno Stato straniero (la Russia) e accusandolo di minare l’indipendenza e la sovranità della nazione.

Gagauzia, un avamposto filorusso che strizza l’occhio alla Turchia

Sebbene sia l’unica area al mondo in cui la lingua gaugaza ha uno status ufficiale, la gran parte della popolazione si relaziona unicamente nella lingua madre della Russia. Soltanto alcuni over 40 usano comunemente il gagauzo, mentre il moldavo è pressoché assente. Lo stesso sito web ufficiale della Gagauzia è in russo, soltanto in russo. C’è però un “piccolo” particolare che distingue questa regione da un qualunque oblast’ della Federazione russa: lo stretto rapporto con la Turchia. Non a caso la governatrice eletta, Irina Vlah, per quanto essenzialmente filorussa, appare in foto accanto all’ambasciatore turco. Sullo sfondo, un emblematico ritratto di Ataturk.

La Gaugazia è poi sovente paragonata alla Transnistria, ma ciò che la distingue da quest’ultima è il riconoscimento della sovranità moldava, sancito nel 1994 dopo quattro anni di indipendenza de facto. L’autonomia di questa regione è però talmente chiara da rappresentare una spina nel fianco di Chisinau, soprattutto per via dell’orientamento politico: in Gagauzia si guarda a Mosca, strizzando l’occhio ad Ankara. Non a caso a Comrat, capoluogo di questa regione autonoma, la Turchia sta costruendo un enorme Centro Culturale e Turistico. E pure il nuovissimo stadio di calcio è stato pagato dal consolato turco, giusto per ribadire quanto Erdogan tenga a questo pezzo di terra che osserva da nord-ovest lo strategico Mar Nero. Adesso, dopo queste elezioni in Gagauzia e soprattutto dopo l’esito del ballottaggio (attendere il prossimo 28 maggio) in Turchia, tutto potrebbe cambiare. Una sola cosa è certa: tra lo zar e il sultano, la grande assente (anche in questo caso) è l’Europa.

Eugenio Palazzini

 

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1 commento

fabio crociato 15 Maggio 2023 - 7:29

Faccio notare che la Moldavia del est si chiama pure Bessarabia ed è stata russa dal 1812, sino ad essere nella CIS, equivalente della EU. Circa la povertà preparate un bel portafoglio pieno per stabilirvi a far visita alla ztl della capitale…, affitti di buchi per lavorare fuori ztl in città 1000 euro al mese…, l’ Europa dei prezzi folli da un pezzo è giunta anche qui. Inutile sottolineare che con i russofoni preponderanti era ben diverso (specialmente tra il popolo), e questo spiega pure molto del successo di Shor che fino a prova del contrario è stato incastrato.

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