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La Germania processa un 95enne moribondo: fu infermiere ad Auschwitz

by Giuliano Lebelli
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nazi_2661557bRoma, 12 set – Ha 95 anni e a salute malferma. Ciononostante Hubert Zafke, forse l’imputato più vecchio del mondo, è ricomparso oggi davanti al giudice, a Neubrandenbourg, in Germania. Il processo a Zafke è stato interrotto varie volte in seguito alle pessime condizioni di salute dell’anziano. “Il mio cliente è moribondo e si troverà presto di fronte al giudice supremo”, ha detto il suo avvocato. C’è solo un motivo per cui oggi, in Europa, un tribunale può chiamare un 95enne alla sbarra: ovvio, si tratta dell’Olocausto.

Zafke è accusato di “complicità in omicidi aggravati”. Cosa avrà fatto mai, in gioventù, questo soggetto per ritrovarsi oggi sul capo un’accusa tanto infamante? È stato infermiere ad Auschwitz. Non fucilatore, non torturatore, non dirigente, non quadro politico. Secondo l’accusa, tuttavia, l’uomo era consapevole di trovarsi all’interno di un campo di sterminio e partecipò attivamente alla sua organizzazione e al suo funzionamento. Tanto sembra bastare.

Per molti anni, un’accusa così vaga e indiretta non avrebbe retto, anche nel clima vendicativo seguito al 1945. Da qualche anno a questa parte, tuttavia, le cose sono cambiate. Nel 2011 è stato condannato a cinque anni di reclusione John Demjanjuk con l’accusa di “concorso in omicidio” di quasi 30 mila persone. Prima di quella sentenza nel sistema giuridico tedesco bisognava provare la responsabilità individuale dell’imputato in fatti di sangue. Dopo il 2011 è diventata sufficiente la “partecipazione” in varie forme al sistema dei campi. È anche per questo che Zafke non ha mai tentato di scappare o di nascondersi: dal 1951 vive a Neubrandenbourg, dove ha condotto una vita irreprensibile e ha messo al mondo quattro figli. Poi un giorno il suo nome è finito nel dossier “Operazione ultima chance”, una lista di 12 “criminali nazisti” ancora in vita diffusa dal centro Simon Wiesenthal. Probabilmente, si tratta solo dell’ultima chance per ottenere qualche finanziamento.

Giuliano Lebelli

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6 comments

sergio 12 Settembre 2016 - 10:03

spero che al processo, testimoni la verità su Auschwitz: un campo di lavoro e non un campo di sterminio.

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M 13 Settembre 2016 - 2:21

Quanto vorrei fartici lavorare dentro ai climi di allora… Magari con la stella di Davide sulla camicia, una pistola puntata alla nuca e l’odore dei tuoi parenti e amici che vengono arsi nei forni. Un animale come te dovrebbe marcire in posti ben peggiori di Auschwitz.

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Anonimo 13 Settembre 2016 - 4:04

Io credo che tu viva solo di sentito dire, da chi doveva coprire i propri delitti con quelli veri o presunti degli altri. Se tu avessi provato ad informarti magari ora non staresti a sputare veleno. Pensa alle leggi che vietano la ricerca ai negazionisti e se non arrivi a fare due più due , mi dispiace il problema è il tuo. Mattogno ha editato ottimi volumi che confutano la più grande menzogna della storia. Prova a leggerne qualcuno se ancora ne riesci a trovare.

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rino 13 Settembre 2016 - 7:37

Sarà l’ansia di qualche scadenza che solo gli eletti sanno ma da tempo vado dicendo che il burattinaio si scopre sempre di più agli occhi del mondo per quello che è. È una buona notizia perché così solo chi non vuol vedere come stanno le cose non le vede; per tutti gli altri mi sembra abbastanza lampante.

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Massimo Penso 13 Settembre 2016 - 4:05

Perché anonimo?

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Nessuno 13 Settembre 2016 - 7:30

Il ressentiment è proprio dei popoli inferiori.

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