Roma, 12 ago — Stop ai piatti a base di carne nelle mensa della Volkswagen a Wolfsburg, in Bassa Sassonia. Al rientro dalle vacanze, i dipendenti della casa automobilistica tedesca dovranno dire addio a buletten (polpette), bratwurst, arrosti, stufati e il popolarissimo currywurst, il wurstel di maiale bollito e poi arrostito, tagliato a fette, condito con salsa di pomodoro o ketchup e spolverizzato di curry. Unica concessione verrà data al pesce, che occasionalmente comparirà nella rotazione delle 150 ricette che si alterneranno prossimamente nei piatti della mensa.

La Volkswagen dice addio alla carne 

Stando a quanto riferito ai portavoce della Volkswagen, l’azienda avrebbe apportato questo radicale cambiamento per venire incontro alle esigenze di un sempre maggior numero di dipendenti dallo stile di alimentazione vegetariano o vegano. Inoltre, con tale decisione l’azienda vuole dimostrare la propria attenzione riguardo al tema della tanto decantata sostenibilità ambientale. Secondo i guru dell’ecologismo, infatti, la carne avrebbe un impatto ambientale troppo elevato.

Il leggendario currywurst

La decisione di eliminare la carne dai menu della mensa di Wolfsburg non è una novità: qualche tempo fa gli uffici di Hannover avevano infatti subìto la stessa trafila. Gli estimatori di polpette e wurstel non devono però disperare: Volkswagen fa sapere che un menù dalla connotazione più carnivora sarà disponibile presso la mensa aziendale situata nell’edificio di fronte. Lì continuerà a essere servito anche il currywurst, un piatto tanto noto e «iconico» da essere prodotto all’interno della mensa del colosso, fino ad arrivare, alla fabbricazione di 700 milioni di salsicce.

La ricetta del currywurst Volkswagen è rimasta inalterata dal 1973: è composto da carne di maiale insaporita con un mix di spezie piccanti dalla composizione segreta e ha persino il proprio posto sul catalogo generale dell’azienda: gli acquirenti lo possono ordinare indicando il numero 199 398 500 A.
Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

5 Commenti

  1. per quel che so io del tedesco medio,
    MAI mettersi tra lui e il suo brathwurst:
    si rischia la pelle.

    quindi credo che la Wv dovrà fare macchina indietro,
    a pena di avere tutti i lavoratori che mangeranno fuori dalla mensa aziendale,addebitandone i costi alla fabbrica…..

  2. Accettazione mascherata delle razze… i sangue “0” tenderanno verso la mensa di fronte!
    Ovvero, la massa più bonaria separata da quella più forte.

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