Washington, 15 set – C’è qualcosa di drammaticamente grottesco e surreale nella caccia alle streghe degli “antifa” di tutto il mondo. Siamo già esperti per ciò che concerne le sinistre europee, in delirio per il pericolo dell’avanzata fascista che si manifesta di volta in volta con lanci di uova da parte di ragazzini, ipotetici saluti romani insegnati ai cani carlini, sospensioni delle partite di calcio per mai dimostrati cori razzisti e altro ancora.
Ma gli Stati Uniti, si sa, vogliono sempre fare i primi della classe. Qualche giorno fa, durante una diretta televisiva dell’audizione per la conferma della nomina del nuovo giudice della Corte Suprema, Brett Kavanaugh, si è vista comparire alle spalle del magistrato una giovane donna a braccia conserta. Si tratta di tale Zina Bash, ex-impiegata nello studio legale dell’uomo. Le dita della ragazza nell’inquadratura sembrano vagamente mimare il simbolo OK, ma ci vuole un po’ di fantasia – e parecchia paranoia – per trasformare il gesto in una cospirazione di suprematisti bianchi. Come ha fatto la sinistra in preda a un’isteria senza limiti.
Ora, c’è da tenere in conto che tra gli “antifa” americani, dagli esponenti dei democratici più militanti fino ai manifestanti coi passamontagna pronti ad attaccare chiunque manifesti per Donald Trump, l’elezione di Kavanaugh non è andata giù, proprio perché scelto dal presidente e per di più noto per le sue posizioni “superconservatrici”, in particolare in materia di aborto e armi da fuoco.
Ma torniamo a Zina Bash, le braccia incrociate e questo fantomatico OK mimato con le dita. E facciamo entrare in scena un altro personaggio: Tommy Christopher, sedicente “reporter veterano alla Casa Bianca”, fiero liberal, postatore compulsivo su Twitter.
Tommy Christopher è davanti allo schermo, e osserva il gesto “incomprensibile” della Bash. La sua conclusione è immediata: Zina Bash sta segnalando il suo sostegno (e quello di Kavanaugh?) niente poco di meno che… al suprematismo bianco.
Ma come è riuscito l’innocuo segno, internazionalmente tradotto come “va tutto bene”, a diventare un segretissimo segno di riconoscimento tra membri della Fratellanza Ariana, affiancando altri temibili simboli del neonazismo come il latte, il cartone animato di una rana, o una marca di scarpe da ginnastica? Letteralmente così: con uno scherzo, una “trollata” di 4chan.
4chan, per chi non lo conoscesse, è un sito web particolarmente controverso e “scorretto”, che ha dato vita a parecchie scorribande online nel corso degli anni. Nel febbraio 2017 un utente invitava a diffondere, sul web e i social network, l’idea che il gesto dell’OK fosse in realtà veicolo di un messaggio razzista, affermando che richiami visivamente le lettere W e P, iniziali di White Power. Il fatto che l’attore Mel Gibson (ormai assunto al ruolo di novello Führer per Hollywood) fosse appena stato immortalato in quella posa avrebbe dovuto contribuire a rendere il tutto più credibile. E la sinistra americana non ha solo abboccato all’amo, ma si è ingoiata tutta l’esca, tanto che un anno e mezzo dopo c’è chi accusa Zina Bash di essere in realtà una suprematista bianca. Quantomai singolare, considerando che la donna ha origini ebraiche e sudamericane. Ma si sa, questi nazisti oggi prendono le forme più inaspettate.
Come ha reagito la Bash al sommario processo che le è stato fatto sul web, il giorno dopo le immagini dello scandalo? Si è difesa denunciando la follia delle accuse o si è affrettata a giustificarsi adducendo logiche spiegazioni, e aggiungendo prove tangibili del suo odio verso il suprematismo bianco? Nessuna delle due. Zina Bash, all’udienza successiva, si è seduta nuovamente dietro a Brett Kavanaugh. E questa volta ha fatto un OK bello forte e chiaro, tanto per gradire.
Alice Battaglia
“Il gesto dell'ok? Un simbolo dei suprematisti bianchi”. Lo scherzo sul web scatena il delirio della sinistra Usa
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