Roma, 6 mag – “Regime immaginario” rende bene l’idea, come la rende Marcello Veneziani sulla Verità di oggi, commentando la buffonata dello sciopero Rai di cui abbiamo parlato ieri (quello dove tutti protestano a reti unificate contro una presunta oppressione che gli permette di farlo, per intenderci). Il saggista è diretto e ficcante come suo solito…
“Regime immaginario, ora basta: vendere la Rai”: Veneziani e la stoccata alla sinistra
La parola immaginario, va detto, fa parte del bagaglio del grande pensatore pugliese. Di “immaginario” Veneziani, negli ultimi anni, ha denunciato parecchie cose: dal razzismo fino all’ultima perla di Antonio Scurati, che ovviamente è, in questo caso, il “censurato immaginario”. Il “regime immaginario” della Rai dell’altrettanta immaginaria Tele Meloni, però, è descritto con la giusta dose di sale. Il sottotitolo in effetti già dice tutto: “Una folla di giornalisti urla al regime, dimostrando che non c’è. Visto che la protesta non si placa bisogna arrendersi al mercato“. Insomma, vendere la Rai, per portarla a diventare direttamente servizio privato senza che nessuno possa polemizzarvi in modo francamente ridicolo. Sull’analisi del fenomeno, il saggista è sulla nostra stessa lunghezza d’onda: “Ragioniamo. Se ci fosse davvero un regime non ci sarebbero così affollati programmi, giornalisti e conduttori che ripetono all’unisono la menata del regime di destra. Se così fosse, un vero regime non lo permetterebbe”. Tutto liscio, signor Veneziani, siamo allneati. Anche se fa un po’ pena doversi trasformare tutti in Capitan Ovvio….noi come lei, sia chiaro.
La soluzione, purtroppo, ha un senso
Terrificanrte dover pensare di cedere l’ennesimo e residuo pezzo di potere statale, ma la verità è che si fatica a trovare una via d’uscita a questo delirio implementato a forza da chi comanda ma pretende di giocare a fare il ruolo dell’oppresso. Idealmente non è una grande soluzione. Pragmaticamente sembra quasi un mettersi spalle al muro perché la società sembra troppo cretina per trovare una luce in fondo al tunnel che sia razionale…ma tant’è.
Aurelio Del Monte