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Giappone diviso sul riarmo dell'esercito voluto da Abe

by Roberto Derta
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giapponeTokyo, 16 lug – Il Giappone torna ad armarsi? Come scrivevamo tempo fa, l’idea di superare le restrittive clausole della Costituzione pacifista imposta dagli Usa nel 1945 è da tempo un chiodo fisso di Shinzo Abe.
Ora il presidente giapponese comincia a fare sul serio: la Camera bassa nipponica ha votato la proposta di legge per rinforzare il ruolo militare del Giappone. Si tratta, sostanzialmente, di reinterpretare l’articolo 9 della Costituzione, quello sul ripudio della guerra.
Ecco il testo della Carta nel punto in questione: “Nella sincera aspirazione alla pace internazionale, basata sulla giustizia e l’ordine, il Popolo Giapponese rinuncia per sempre alla Guerra quale sovrano diritto della nazione e alla minaccia o all’uso della forza come mezzo per la risoluzione delle dispute internazionali”.
Ora Abe vorrebbe che la Forza di autodifesa – cioè l’esercito – possa inviare truppe all’estero nell’ambito di coalizioni internazionali.
Lo spirito dei samurai torna ad aleggiare su Tokyo? Al solito, la storia non è mai così romantica. Tra i principali sostenitori della mossa di Abe si trovano infatti proprio quegli Stati Uniti che hanno imposto la demilitarizzazione del Giappone.
L’ascesa della Cina ha infatti pesantemente cambiato le carte in tavola. I rapporti tra Tokyo e Pechino non sono mai stati idilliaci, vuoi per contese territoriali, vuoi per episodi legati alla Seconda guerra mondiale, vuoi in generale per il fatto di essere due potenze regionali troppo vicine e troppo ambiziose. La politica statunitense, come sempre, è quella di sostenere gli uni contro gli altri affinché nessun attore diventi realmente egemonico.
In patria, poi, il progetto trova delle contestazioni: il 14 giugno 25mila persone hanno manifestato a Tokyo contro Abe, il 20 giugno 15mila donne si sono riunite sotto al Parlamento per lo stesso motivo. Un recente sondaggio statale della NHK ha rivelato che la metà della popolazione non ha capito le leggi volute dal primo ministro e ha evidenziato che il sostegno popolare al governo è calato del 40% per la prima volta da quando Abe ha vinto lo scorso anno alle elezioni anticipate. Anche il popolare fumettista e regista Hayao Miyazaki, pure spesso protagonista di scelte anticonformiste, si è schierato contro Abe.
Il provvedimento, tuttavia, va avanti. Abe ha la maggioranza anche alla Camera alta, ma è possibile che il testo venga modificato, rimandandolo alla Camera bassa dove comunque la maggioranza dei due terzi è largamente alla portata della coalizione del premier giapponese.
Roberto Derta

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