Tokyo, 26 ott – il Paese del Sol Levante è intenzionato a modificare alcune delle regole adottate nel 1967 in cui si auto-proibiva l’esportazione di armi. Originariamente il trattato era ristretto a tutti quei Paesi, con particolare attenzione a quelli con regimi comunisti al potere, che erano coinvolti in conflitti internazionali o che erano soggetti a sanzioni da parte delle Nazioni Unite; ma di fatto ha vincolato il Giappone ad avere come cliente unico gli Stati Uniti.
Questo provvedimento rientra nel cambio di direzione delle strategie di difesa, voluto dal Primo Ministro Abe Shinzo, dovuto soprattutto alla crescente necessità di contrastare i due nemici storici, la Cina e la Corea del Sud, nonché l’imprevedibile Corea del Nord. I primi, ancora infiammati da un odio che si protrae dalla seconda guerra mondiale, hanno infatti manifestato da tempo intenzioni espansionistiche verso alcune isole del territorio giapponese; mentre sono ormai ben note le posizioni della Corea del Nord e le periodiche schermaglie intraprese nel suo interminabile conflitto con i “gemelli” del Sud, che innalzano la tensione nella zona.
Anche se questo non piacerà a Pechino e Seoul; il Primo Ministro, che a dicembre inizierà il suo secondo mandato, è deciso ad incrementare l’attività militare e a rivedere alcune parti della Costituzione. Particolar attenzione sarà sicuramente dedicata all’art. 9 ed a tutte quelle restrizioni, imposte dalle forze di occupazione statunitensi al termine del secondo conflitto mondiale, che di fatto impediscono la creazione di un vero e proprio esercito nazionale.
Tutto questo avrà ovviamente importanti ricadute per l’industria giapponese, in particolare per la Mitsubishi Heavy Industries Ltd e la Kawasaki Heavy Industries Ltd, che soffre particolarmente le restrizioni imposte. Ma anche l’Italia, che con il Giappone ha già avviato una serie di trattative per un accordo bilaterale nella Difesa, avrà la sua possibile ricaduta. Lo ha confermato Giorgio Zappa, ex presidente di Finmeccanica ed attualmente co-presidente dell’Italy Japan Business Group ,che ha recentemente affermato: “ E’ un’evoluzione in grado di favorire una maggiore cooperazione anche con L’Italia nel settore della Difesa”.
Cesare Dragandana