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Gran Bretagna, la censura social si abbatte sui movimenti identitari

by La Redazione
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Londra, 19 apr – Nel Regno Unito come in Italia si ripete la stessa censura ai danni dei movimenti identitari e anti Ue i cui i profili presenti nei vari social media, Facebook e Instagram, sono stati bannati permanentemente.

Censurati centinaia di profili

Questa volta non si tratta soltanto dei profili individuali dei leader e degli esponenti principali di tali movimenti ma delle loro pagine ufficiali. L’atto di censura colpisce oltre 12 sigle e movimenti, tra i più noti il British National Party e la English Defence League. Niente di nuovo nella terra di Sua Maestà dove negli ultimi anni sono state censurati centinaia di profili Facebook, Instagram e canali Youtube. Il caso che ha fatto più rumore nei mesi scorsi è stato quello di Tommy Robinson, volto noto nella galassia identitaria inglese e dei paesi anglofoni tutti, i cui profili sono stati ripetutamente bloccati con le solite motivazioni di propaganda dell’odio che, nella realtà dei fatti, si traducono nell’avere una visione antitetica all’immigrazione di massa e all’islamizzazione del territori anglosassoni.

Il comunicato della “portavoce” di Facebook

Nel comunicato della portavoce di Facebook del Regno Unito viene inoltre riportato che: “Anche i post e altri contenuti che esprimono lodi o sostegno per queste figure e gruppi saranno vietati. Il nostro lavoro contro l’odio organizzato è in corso e continueremo a rivedere persone, organizzazioni, pagine, gruppi e contenuti rispetto ai nostri standard comunitari”. E’ quindi sotto gli occhi di tutti il tentativo di censurare a tutto campo le idee che vanno contro il mainstream del pensiero liberal, riducendo i margini di informazione non solo direttamente ai movimenti in causa ma anche a tutti coloro che manifestano una condivisione o il supporto delle loro idee.

Sempre lo stesso copione

Il copione sembra quindi essere sempre lo stesso: da un giorno all’altro vi è la chiusura dei profili individuali e delle organizzazioni con un breve comunicato robotico che giustifica tale atto come un provvedimento preventivo alla propaganda di idee legate alle razze e all’origine etnica, senza portare esempi validi e concreti dei casi specifici. Si è visto in Italia nelle settimane scorse quando c’è stato un blocco sistematico dei profili dei più noti esponenti di CasaPound.

Orwell divenuto realtà

Il mondo dei social assume quindi di giorno in giorno un preoccupante aspetto orwelliano, i movimenti sopracitati legati a Ukip che vola nei sondaggi per le vicine elezioni europee così come CasaPound che di fatto è l’unico partito che in Italia si presenta alle elezioni con una proposta chiara e netta di uscita dalla Ue, non devono avere accesso nemmeno agli unici canali di informazione politica rimasti, vista l’esclusione dal dibattito politico dei principali mass media. Tuttavia gli utenti dei social vicini e meno vicini alle idee dei movimenti colpiti hanno manifestato sdegno e preoccupazione per la tanto cara freedom of speech di cui è rimasto ben poco.

Francesco Susinno

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3 comments

jason17 19 Aprile 2019 - 5:48

La stessa identica situazione su Youtube, ogni qualvolta mi sia imbattuto in un canale, che semplicemente pubblicava filmati e canzoni storiche della seconda guerra mondiale, riconducibili alla Germania Nazista, dopo pochi giorni, a causa di fantomatiche segnalazioni riguardanti contenuti inopportuni, è sempre risultato inaccessibile. Bisogna prenderne atto, è una censura sistematica, purtroppo il sistema informativo è dominato da una certa parte politica da almeno mezzo secolo; così facendo, però, non fanno che aumentare l’insofferenza e l’acredine verso loro stessi, un giorno, non troppo lontano, dovranno fare i conti con la loro faziosità.

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Jos 19 Aprile 2019 - 8:57

…esistono molti social…mandare a fare in c*** il ” zucche” e attivarsi su altre piattaforme web..

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paolo 20 Aprile 2019 - 12:55

facebook?
no,
CESSBOOK.

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