Roma, 19 ago – A rivelare le intenzioni del presidente degli Stati Uniti è stato nei giorni scorsi il Wall Street Journal: Donald Trump vuole comprare la Groenlandia. Secondo il quotidiano americano il tycoon avrebbe chiesto “ripetutamente” ai suoi collaboratori, per quanto con “vari gradi di serietà”, d valutare tutte le possibilità per Washington di acquistare la grande isola di ghiaccio. Oggi, come riportato da Usa Sky News, Trump ha confermato il suo interesse dicendo che sta “guardando” a questa eventualità perché “per gli Stati Uniti sarebbe bello strategicamente”.
Il premier danese, Mette Frederiksen, ha però gelato le ambizioni del presidente statunitense, giudicando l’ipotesi da lui avanzata del tutto assurda e specificando che la Groenlandia non è in vendita. “La Groenlandia non è in vendita. La Groenlandia non è danese. Appartiene ai groenlandesi. Spero davvero che non sia una cosa seria”, ha dichiarato Frederiksen al quotidiano Sermitsiaq durante una visita all’isola, che per l’esattezza è un territorio danese ma è autonomo. Ovvero fa parte sì del Regno di Danimarca, con la regina di Danimarca che ne è capo di Stato, ma dal 1979 gode di un autogoverno. Con il referendum del 25 novembre 2008 inoltre, i cittadini della Groenlandia hanno approvato con un referendum una legge che ha esteso ulteriormente l’autonomia, trasferendo al governo locale tutte le competenze: in ambito legislativo, giudiziario e pure nella gestione delle risorse naturali.
Uno scrigno tra i ghiacci
Proprio queste ultime sono alla base delle ambizioni di Washington, perché l’eventuale acquisizione dell’isola non significherebbe semplicemente un’estensione del territorio statunitense. Trump non mira soltanto al gesto altamente simbolico, non è insomma interessato tanto ad apporre l’ennesima stella alla bandiera Usa, ma punta alle straordinarie risorse naturali della Groenlandia.
Qualcuno potrebbe obiettare che parliamo di una terra tutto sommato povera, con il 90% del Pil ancora basato sulla pesca. Invece no, sono proprio le risorse ancora non sfruttate a far gola non solo a Trump, ma a tutte le grandi potenze mondiali. Come spiegato sul Primato in un articolo dell’aprile 2018, nel “Nuovo Artico” va in scena il nuovo grande gioco tra superpotenze. Tra i ghiacci della Groenlandia si nasconde infatti uno scrigno di materie prime e preziose: rubini, smeraldi, diamanti, oro, uranio, zinco. Ma soprattutto gas e petrolio.
Eugenio Palazzini
1 commento
Domanda retorica ,
” per kom katto e froci vari……non prevede risposta”
La Danimarca , dove v’è del marcio …, non riceve visite da ispettori Clouseau della UE , solerti con Grecia ed Italia …
Vendendo una ghiacciaia disabitata ridurrebbero i loro debiti ed incasserebbero la fresca ($)… quindi, perché no ?
Eredità Vichinga irrinunciabile ? Se ne fottono dei vichinghi , e manco sono loro discendenti ….