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Guerra cognitiva e dell’informazione: nei meandri dell’intelligence economica

by Nicola Mattei
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Roma, 19 mag – Nel corso degli anni Giuseppe Gagliano, presidente e fondatore del Centro Studi De Cristoforis, ha sottolineato come l’intelligence economica costituisca uno strumento indispensabile per salvaguardare la sovranità economica del nostro paese e come questa possa essere compresa chiaramente solo nel contesto della guerra economica.

L’intelligence economica è uno strumento della guerra economica in atto nello scenario multipolare e analizzarla separandola dalla guerra economica costituisce un errore metodologico inammissibile tanto quanto pensare di porre in essere un dispositivo efficace di intelligence economica senza prima avere conseguito una adeguata sovranità economica e militare.

intelligence economica gaglianoPer quanto riguarda il nuovo volume dal titolo Guerra economica, cognitiva, dell’informazione. Lo stato dell’arte (goWare, 333 pagine, 16,99€) lo scopo di questi saggi è proprio quello di sottolineare la centralità per il nostro paese – come d’altronde per qualunque nazione – dell’intelligence economica letta come strumento difensivo ed insieme offensivo volto a consolidare – o a conseguire – la sovranità economica senza la quale la libertà è solo una illusione.

Nella prima parte del volume le riflessioni degli autori Arduino Paniccia (docente di studi strategici presso l’Università di Trieste), Sara Brzuszkiewicz (ricercatrice presso il Centro Studi e Ricerche di Mesbar di Dubai), Rebecca Mieli (analista presso Cyber Affairs di Roma), Laris Gaiser (docente di geopolitica alla Accademia di Vienna) hanno avuto come precipua finalità quella di interpretare la realtà multipolare alla luce delle categorie metodologiche elaborate nei saggi di Gagliano nel corso di una decina di anni e cioè quelle di guerra economica e guerra della informazione, categorie queste che sono state analizzate prima separatamente e poi messe in relazione le une alle altre consentendo di leggere la dinamica conflittuale delle realtà internazionale in un’ottica nuova. Inoltre queste due categorie, e cioè quelle di guerra economica e guerra del’informazione, sono state poste alla base di un approccio offensivo della intelligence economica.

Nelle seconda parte – certamente più breve rispetto alla prima- autorevoli studiosi, fra cui il generale Carlo Jean, Domenico Vecchioni (ex ambasciatore presso la Nato e presso Cuba) Michela Mercuri (docente del Corso in Terrorismo e le sue mutazioni geopolitiche alla Sioi di Roma) e Massimo Franchi (FMS Consulting) hanno voluto esplicitare l’importanza dei contributi di Gagliano che hanno permesso di fare conoscere in Italia la metodologia della Scuola di guerra economica parigina.

Nella terza parte infine Gagliano ha raccolto  diversi articoli – pubblicati in gran parte su questa rivista – sulla politica internazionale raggruppandoli per aree geografiche. L’importanza di questi articoli consiste nel fatto che le analisi che vengono formulate sono il risultato non di una mera descrizione dei fatti ma di una loro interpretazione proprio alla luce delle categorie metodologiche elaborate nella prima parte del volume. Sono, in altri termini, una applicazione concreta della fecondità e della profondità metodologica della riflessione della Ege francese.

Nicola Mattei

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