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Hezbollah e Siria insieme per liberare il confine e cacciare Isis

by Alberto Palladino
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Group of Hezbollah fighters take position in Sujoud village in south LebanonDamasco, 6 lug – Da tre giorni sul confine Siriano-libanese procedono incessanti i combattimenti per la conquista della città di Al Zabadani occupata dai terroristi del Fronte Islamico.
La formazione d’ispirazione  aveva occupato le alture della zona e le moschee che sorgono nei pressi delle città dell’altipiano per interrompere il passaggio di mezzi e uomini dal Libano alla Siria.
L’eliminazione della minaccia costituita dagli avamposti ribelli nella zona era stata da subito considerata prioritaria tanto dall’esercito siriano quanto dai miliziani del “Partito di Dio” libanese che infatti nelle scorse giornate hanno lanciato l’attacco.
Le direttrici dell’azione sono scaturite dalle posizioni tenute dalle rispettive forze in campo con Hezbollah che ha coperto il versante ovest e l’esercito di Damasco che è penetrato da est.
In campo sono state schierate unità di prim’ordine come la prestigiosa quarta divisione meccanizzata e commandos d’elite della forza di difesa mandati direttamente dalla capitale siriana.
attacco al zabadaniLe montagne occupate dai terroristi non sono solo la naturale via di comunicazione fra i due stati che fronteggiano la minaccia del califfato ma rappresentano anche un bacino idrico fondamentale per la regione e sopra tutto per Damasco che già da qualche tempo cominciava a soffrire di razionamenti d’acqua dovuti all’azione di sabotaggio dei ribelli sulle linee degli acquedotti.
Secondo fonti libanesi l’attacco ha avuto un buon successo iniziale che ha portato i miliziani di Hezbollah e l’esercito siriano a lambire la periferia della città di Al Zabadani e a cominciare la penetrazione nell’abitato.
Ad ora le truppe delle formazioni quaediste e i gruppi di ribelli sono di fatto assediati in una sacca da cui non sembra esserci via di scampo.
La liberazione del confine libanese poterebbe, una volta completata, sia una grande vittoria strategica per la Siria che potrebbe poi ridispiegare truppe sul fronte est e costituirebbe una vittoria anche sul piano mediatico e politico dimostrando che la volontà e la tenacia della “resistenza” patriottica siriana e l’alleanza con gli “amici libanesi” del “Partito di Dio” è quantomai salda e sa operare al meglio per sconfiggere il terrorismo.

Alberto Palladino

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