Home » Hezbollah: una donna a Roma per svegliare l'Europa

Hezbollah: una donna a Roma per svegliare l'Europa

by Alberto Palladino
0 commento

12026654_10206798049022170_432484932_nRoma, 23 set – Il 26 settembre, a Roma, si terra il primo congresso internazionale della onlus Solidarité Identités, denominato “Mediterraneo Solidale”.
La lista dei conferenzieri è di altissimo livello e spazia dai vertici della chiesa cristiana di Siria agli ambasciatori di paesi quali l’Iraq, la Mauritania e il Sudan, senza dimenticare il contributo culturale offerto dall’ufficio cultura dell’ambasciata iraniana.
Il summit sarà un vero unicum nel suo genere e segnerà una pietra di paragone per ogni futuro incontro interreligioso. Nei giorni scorsi, per dirla tutta, qualche polemica era stata lanciata in maniera scomposta da vari blog e ripresa en passant anche da Repubblica, che ha scomodato uno Zunino che alle sette di sera ha firmato un marchettone fumoso e svogliato tra l’allarmista e l’onirico.
Pietra dello scandalo sarebbe la presenza di una delegazione del partito libanese Hezbollah, che a Roma farà intervenire due dei suoi massimi rappresentanti. I membri appartengono, per tranquillizzare i più ansiosi, all’organizzazione politica del Partito di Dio e uno di loro occupa addirittura un seggio al parlamento libanese.
La cosa che invece spiazza è che la delegazione sarà guidata, data la carica che ricopre, da una donna: Madame Rima Fakhri. Sì, una donna, una donna Hezbollah, una donna che è riuscita con anni di militanza a raggiungere l’ambito ed esclusivo posto nell’ufficio politico del movimento, la cosiddetta Shura.
Questo dettaglio non traspare dal vociare schiumoso dei pettegoli della censura perché stonerebbe dall’immagine oscura e oscurantista, aggressiva e truce che si vuole affibbiare alla Resistenza (questa sì…) libanese.
Incontro questa signora in hijab, velo che copre i capelli ma lascia totalmente scoperto il viso, in un ristorante di Beirut dove siede in compagnia del segretario e di altri politici. Ci salutiamo col la mano sul petto e chinando il capo e la mano bianca che spunta dai morbidi veli mi fa cenno di accomodarmi.
I pranzi in Libano come anche in Siria vanno presi sul serio, sopratutto se sono incontri tra sconosciuti e ancor di più se da un lato del tavolo, il loro, siedono personalità di un certo livello. I camerieri riempiono la tavola di ciotoline di hommos e insalata di noci, versano il té e soffiano nei bracieri dei narghilè. I saluti sono quelli di rito ma il benvenuto è sincero e l’iniziale rigidità si scioglie a poco a poco.
Si parla di politica, si parla di storia, ci si confronta sulle rispettive visioni del mondo e ci stupiamo di quanto alcuni passaggi della nostra storia recente siano stati vissuti in maniera differente di qua e di la del Mediterraneo. I libanesi del Partito di Dio mi fanno domande sopratutto sull’Europa, su questa vecchia, lontana Europa che non riescono proprio a capire, un’Europa che ha sanzionato Russia e Siria favorendo il lavoro dei terroristi dell’Isis e che spesso ha mostrato chiusura e durezza nei confronti della Resistenza libanese e palestinese per poi non batter ciglio difronte a scempiaggini medievali compiute in Paesi considerati affidabili partner come l’Arabia saudita, i cui fondi sovrani fanno da ciambella di salvataggio a molte banche nostrane.
La Signora ascolta e prende nota, riempie un taccuino fitto di ghirigori arabi, annuisce col capo se la discussione incontra il suo favore e sorride garbatamente sopportando la mia curiosità. Ad un certo punto, in un buco tra le chiacchiere e il fumo del caffè con un cenno della mano cattura l’attenzione della tavola e la mia e ci dice: “Verremo a Roma e proveremo a svegliare questa Europa”.
Lo dice con la serenità di chi vive per la causa e con l’autorevolezza di chi alle parole ha sempre fatto seguire le azioni. Politiche, si capisce. Il segretario le fa un cenno e mostra l’ora, la Signora si alza china il capo per salutarci, poi torna al suo lavoro, un lavoro incessante, un lavoro che è una vita, una vita fatta di sacrifici e di forza, quella forza magica che sanno sprigionare le grandi donne in questo nostro mondo di piccoli uomini.
Alberto Palladino

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati