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I mille colori del razzismo: studentesse etiopi denigrate da prof israeliani

by Andrea Bonazza
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Roma, 13 mar – Mai come in questi ultimi anni si parla di razzismo di tutto ciò che anche forzatamente lo riguarda in ogni ambito della società. Dalle folle afroamericane scese in strada a devastare città in nome del Black Lives Matter, fino alle prime pagine dei giornali, oggi la parola “razzista” è sulla bocca di tutti; soprattutto di tutti coloro i quali contro gli atteggiamenti “razzisti” dicono di combattere. Nel delirio collettivo della caccia alle streghe antirazzista, negli ultimi anni accuse di razzismo piovono dunque puntualmente contro politici e commentatori televisivi, sportivi e ultras, musicisti e artisti, e ancora cartoni animati, film, libri e monumenti colpevoli di raccontare l’incontrovertibile storia dei popoli e per questo censurati, imbrattati, stravolti o demoliti. Anche però tra le stesse etnie che i detentori dell’antirazzismo esaltano in quanto minacciati, un razzismo ancora più crudele, biologico e cieco, serpeggia senza fare troppo notizia.

Quel razzismo che serpeggia in ogni razza

In qualsiasi libro, film, manifestazione e testo scolastico, tra i popoli da sempre nel mirino del razzismo vi sono sicuramente africani ed ebrei. Spesso tacciati loro stessi di “razzismo” per i durissimi comportamenti nei confronti delle popolazioni arabe, anche nelle sedi istituzionali delle Nazioni Unite, questi ultimi usano giustificare le proprie azioni con lo scudo dell’antisemitismo. Ma cosa accade quando, all’interno della stessa confessione religiosa ebraica, si verificano episodi di razzismo dovuti a diverse tradizioni, lingua, tratti somatici e colore della palle? La risposta ci giunge oggi direttamente da Israele dove la cronaca odierna ci racconta un curioso fatto che vede protagonisti un gruppo di studentesse e i loro professori.

La gita scolastica nera

Nel corso di una gita scolastica effettuata da una classe di studentesse ebree etiopi, alcune delle ragazze sedute alle spalle dei professori hanno filmato gli stessi mentre ironizzavano sui loro tratti razziali distintivi. Lunedì scorso, alunni e insegnanti ebrei di un liceo religioso di Netivot, nel sud di Israele, sono partiti per un viaggio di tre giorni, ma le ragazze avevano notato gli insegnanti che si scambiavano messaggi in una chat Whatsapp battezzata dai docenti “Black School Trip” (Gita scolastica nera). Disgustata dall’atteggiamento dei prof, la ragazza che, alle loro spalle, ha videoregistrato la chat degli insegnanti, colma di commenti dai toni denigratori, e l’ha successivamente condivisa sui social apostrofando il tutto come “una vergogna”. Il mondo antirazzista israeliano, soprattutto quello etiope, si è immediatamente scandalizzato portando le istituzioni ebraiche a sospendere gli insegnanti.

“Siete una vergogna!”

“Buongiorno a tutti gli ‘educatori’ di questa scuola – ha commentato sui social la studentessa autrice del video-scandalo – Come membro della comunità etiope mi rattrista vedere il livello in cui siamo sprofondato oggi. Invece di essere i nostri insegnanti a dare l’esempio e farci sentire come se fossimo nel posto più sicuro, hanno fatto l’esatto contrario”. “Siete una vergogna, mi vergogno che voi siate i nostri insegnanti e che insegnate alle generazioni future”. Alle parole di fuoco battute sui social dalle studentesse etiopi, incalzato da stampa e politica il preside della scuola ha risposto parlando del suo “shock per i commenti miserabili ed estremamente offensivi degli insegnanti sugli studenti etiopi che studiano nella scuola”. “La direzione della scuola guarda questi commenti con severità – ha dichiarato il preside – Non c’è spazio per commenti razzisti e non li permetteremo nella nostra scuola”. Anche il nuovo ministro dell’Istruzione israeliano, Yoav Kisch, ha denunciato gli insegnanti. “L’incidente sarà affrontato severamente con tutti gli strumenti a nostra disposizione”, ha detto il ministro. “Mi dispiace per l’angoscia che è stata causata agli studenti. Non ci sarà tolleranza per questo tipo di incidenti sotto il mio controllo”.

La comunità di ebrei etiopi in Israele

In Israele ci sono circa 150.000 cittadini ebrei di origine etiope, i primi dei quali arrivarono ​​in numero considerevole grazie a una serie di missioni guidate negli anni ottanta dal Mossad e narrate nel film “Red Sea Diving“. Un esodo colossale effettuato con grande astuzia, che trasmigrò migliaia di ebrei etiopi in fuga dai loro carnefici della stessa etnia. Terminati i bei discorsi sull’accoglienza dei “fratelli ebrei di colore”, in realtà l’integrazione degli etiopi in Israele non è mai stata semplice, neppure dopo quasi quarant’anni. La comunità semita etiope soffre infatti di livelli sproporzionatamente elevati di disoccupazione e povertà, nonché discriminazione, sebbene la loro situazione abbia mostrato segni di miglioramento negli ultimi anni.

Andrea Bonazza

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2 comments

Germano 13 Marzo 2023 - 7:43

Volgiamo capire di una volta che nulla più razziasti che gli ebrei? Cercano da secoli di castrare tutte le religione, tutte le culture meno la sua e quasi quasi sono riusciti grazie ai servi pagati da Bill Gates, Soros, Zuckerberg, cioè i politici corrotti !

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Aitv 13 Marzo 2023 - 7:52

Insomma anche il popolo eletto è scivolato sulla banana nera…con la differenza che loro possono fare tutto perché sono più uguali degli altri

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