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Il Fmi punisce la Grecia ma grazia l’Ucraina per far torto alla Russia

by Giuseppe Maneggio
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Mosca, 21 mag – L’Ucraina dovrà restituire alla Russia 75 milioni di dollari fra poco meno di un mese, ma il parlamento di Kiev ha adottato martedì una legge per congelare tutti i pagamenti del debito contratto con l’estero.

Il ministro delle Finanze russe Anton Siluanov ha annunciato ai giornalisti a Mosca che “in caso di mancato pagamento, utilizzeremo il nostro diritto di ricorrere ad una Corte internazionale“. Vladimir Putin ha successivamente incaricato il primo ministro russo Dmitry Medvedev di assumere la supervisione della situazione relativa ai 3 miliardi di dollari di debito in bond che la Russia ha acquistato dall’Ucraina nel 2013, aggiungendo che la moratoria sul rimborso del debito estero è “de facto l’annuncio di un default incombente”.

Come già detto il parlamento ucraino, con 256 voti a favore su 331 presenti, ha approvato una legge che consente l’eventuale introduzione di una moratoria sul pagamento dei debiti stranieri. Tra questi ci sono anche tre miliardi di titoli di Stato ucraini acquistati dalla Russia nel 2013, poco prima della caduta di Yanukovych, e che andranno in scadenza alla fine del 2015.

La sospensione dei pagamenti del debito non coordinata con i creditori si traduce in un default tecnico, e nel caso dell’Ucraina, si rischia di compromettere la capacità di Kiev di attrarre investimenti privati ​​attraverso i programmi comunitari”. Queste le preoccupazioni esternate dall’ufficio stampa dell’Unione europea.

Putin ha tutte le ragioni ad essere furioso, una delle quali è che il Fmi da un lato punisce Atene, che ha annunciato di non poter restituire una parte del suo debito all’Istituto finanziario di Washington, ma dall’altro grazia invece Kiev. Il Fondo Monetario Internazionale sta cercando di ottenere la collaborazione dei creditori in modo che accettino una ristrutturazione del debito ucraino, e ha poi annunciato che la Russia non avrebbe avuto indietro i 3 miliardi di bond quest’anno. Due pesi e due misure: una prassi quando si tratta di mettere all’angolo il “cattivone” di turno.

Giuseppe Maneggio

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