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Il pianto di Colin Kaepernick: “I miei genitori razzisti, non volevano che mi facessi le treccine”

by Cristina Gauri
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Colin Kaepernick

Roma, 10 mar — Immaginate di essere i genitori adottivi (bianchi) di un neonato afroamericano; di crescerlo con tutto l’amore, sostenerlo nella sua passione sportiva e vederlo eccellere ai massimi livelli, fino a diventare un giocatore di football americano di fama mondiale; bene, un bel giorno accendete la televisione e detto figlio vi accusa di avere avuto dei comportamenti «problematici» e «razzisti» che lo hanno segnato profondamente, perché quando era adolescente non gli avete permesso di farsi le treccine alla Snoop Dogg. O meglio, non serve immaginare, è capitato veramente: il tenero fiocco di neve oppresso colpito dal razzismo sistemico è Colin Kaepernick, milionario ex-star del football e attivista per i diritti dei neri.

Colin Kaepernick e i genitori “razzisti”

Fu Kaepernick a lanciare la moda — che gli costò la carriera e che ha successivamente invaso gli stadi di tutto il mondo e di tutti gli sport — di inginocchiarsi prima delle partite per protestare contro la brutalità della polizia nei confronti degli uomini di colore. L’ex sportivo è stato adottato, poche settimane dopo la nascita, da Rick e Teresa Kaepernick, una coppia bianca di Fond du Lac, Wisconsin. Le dichiarazioni di Colin sulla presunta problematicità dei genitori sono emerse nel corso di un’intervista con la Cbs.

Niente treccine 

In quella circostanza Kaepernick ha citato l’esempio di sua madre che aveva opposto un secco «no» alla richiesta del figlio di potersi acconciare con le cosiddette cornrows braid, uno stile particolare di treccine in cui i capelli vengono intrecciati molto vicino al cuoio capelluto, creando file continue. Le treccine sono spesso realizzate in linee semplici e rette, come suggerisce il termine, ma possono anche presentarsi in elaborati disegni geometrici. Uno stile tipicamente afroamericano adottato da molti rappers e malvisto in molte scuole del Paese perché potenzialmente indicatore di affiliazione a una gang. E forse di questo la madre di Kaepernik era preoccupata quando di non volere che assomigliasse «a un piccolo delinquente».

Un comportamento altamente oppressivo. Nel mentre, grazie ai genitori razzisti, Kaepernick frequentava le migliori scuole e università e diventava una strapagata star del football. «So che i miei genitori mi amavano», insistito l’ex giocatore. «Ma ho passato molti momenti problematici». I genitori di Kaepernick non hanno risposto pubblicamente alle dichiarazioni del figlio. 

Cristina Gauri

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bc 15 Marzo 2023 - 9:27

Povero cocco.

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