Barcellona, 21 ago – Con la conferenza stampa del capo della polizia della Catalogna il quadro su ciò che è successo sulle Ramblas si è in parte chiarito. Riassumendo:
– L’Imam che si è allevato il gruppo terrorista predicava nella locale moschea, Abdelbaki Es Satty, 40 anni, nessuno si è accorto che aveva posizioni estremiste nonostante fosse stato in galera nel 2012 e in contatto con personaggi coinvolti negli attentati ai treni a Madrid nel 2004 (194 morti, per i quali c’è stata una sola condanna, il marocchino Jamal Zougan);
– L’Imam ha avuto mesi di tempo per formarsi attorno gli 11 delinquenti, e nessuno se ne era accorto;
– La base era nella villetta saltata in aria due giorni prima (intestata a chi? pagata da chi?);
– Nonostante l’avviso della Cia e del governo centrale su possibili attentati e l’esplosione della villetta il sindaca e il suo entourage non ci hanno dato peso: no alle “barriere” a proteggere le aree pedonali;
– Nella villetta c’erano 120 bombole di gas, come se comprarsi 120 bombole del gas sia una cosa normale, nessuno se ne preoccupa;
– L’Imam e uno dei terroristi sono saltati in aria mentre preparavano “la firma dell’Isis”, l’esplosivo TATP: il perossido di acetone già usato dai terroristi islamici in tutta europa, Francia, Belgio e Gran Bretagna;
– Il programma originale prevedeva l’utilizzo di tre furgoni, ognuno caricato con 40 bombole di gas e l’esplosivo TATP che esplodendo doveva far saltare tutto. Prima il massacro dei pedoni e poi contro la cattedrale di Barcellona per la comica finale. Per fortuna il padreterno ci ha messo le mani facendoli saltare in aria: un solo furgone è stato utilizzato, un secondo è stato abbandonato, e del terzo ancora non si sa niente.
La sindaca radical chic non ci poteva credere: era ancora pregna di soddisfazione per aver organizzato prima al mondo la manifestazione pro-migranti, subito copiata dai buffoni nostrani con la famosa Marcia del Bananeto. E dopo l’attentato la solita sceneggiata con gessetti e palloncini: “Non avrete il nostro odio”. Ma certo che ce l’hanno, il nostro odio, ci mancherebbe altro. Però abbiamo tutto il giorno in televisione i radical chic di sinistra che imperversano a magnificarci i migranti, lo ius soli, il multiculturalimo, il buonismo, la fratellanza… Come la sindaca di Barcellona.
Luigi Di Stefano