I tentativi di superare la barriera di Ceuta da parte di immigrati clandestini sono frequenti, ma questa volta l’assalto sembrerebbe “pianificato”. Il confine sarebbe stato “attaccato” in almeno dieci punti diversi contemporaneamente. Due membri della Guardia Civil e venti poliziotti marocchini sono stati feriti. Ceuta e Melilla sono due città, ultimi residui della dominazione coloniale spagnola in Marocco. Legalmente però sono territorio Schengen. Raggiungerle, significa poter presentare richiesta di asilo senza doversi imbarcare e raggiungere le coste mediterranee dell’Unione europea. Per questo è stata costruita la barriera. Progettata e costruita dalla Spagna alla fine degli anni ’90, la recinzione è costituita da filo spinato. Il prezzo, di 30 milioni di euro, è stato pagato con fondi europei.
Consiste in barriere parallele di 3 metri di altezza, con posti di vigilanza alternati e camminamenti per il passaggio di veicoli adibiti alla sicurezza. Cavi posti sul terreno connettono una rete di sensori elettronici acustici e visivi. È dotata di un’illuminazione ad alta intensità, di un sistema di videocamere di vigilanza a circuito chiuso e strumenti per la visione notturna. Dopo un ulteriore innalzamento, la barriera è stata portata fino a 6 metri di altezza, con il beneplacito dell’agenzia europea Frontex. La barriera è lunga 8 km a Ceuta e 12 km a Melilla. Ciò non scoraggia i migranti ad accamparsi per mesi in prossimità del confine, e assalire periodicamente la recinzione, usando anche scale che fabbricano sul posto con materiali di fortuna. Non di rado le persone, cadendo, si feriscono gravemente, e a volte perdono anche la vita nell’impresa.
Roberto Derta e Davide Romano