Baghdad, 4 gen – Continuano gli attacchi Usa in Iraq. All’indomani dell’assassinio del generale Qassem Soleimani un nuovo raid aereo si è abbattuto stanotte a nord di Baghdad, uccidendo un comandante delle Forze di mobilitazione popolare (Hashd al Shaabi). Lo ha riportato la tv di Stato irachena, senza però specificare l’identità del comandante vittima del raid, facendo menzione soltanto di “morti e feriti”, riferendosi a quanto rivelato dalla polizia locale.
Shibl al Zaidi una delle vittime?
Ma secondo l’emittente iraniana Press Tv, una delle vittime dell’attacco sarebbe Shibl al Zaidi, leader delle Brigate Imam Ali, una milizia facente parte delle Unita’ di mobilitazione popolare (Pmu) allineata con l’Iran. Assieme a lui sarebbero rimasti uccisi anche il fratello e cinque guardie del corpo. In seguito all’attacco sarebbe però arrivata la smentita da fonti delle Unità di mobilitazione popolare che negano l’uccisione del leader, dichiarando che l’attacco avrebbe colpito un convoglio sanitario composto da due veicoli.
Ravanchi: “Terrorismo di Stato”
Nel frattempo, in seguito all’uccisione di Qassem Soleimani ordinata da Trump, l’ambasciatore iraniano all’Onu Takht Ravanchi ha indirizzato una lettera al segretario generale Antonio Guterres e al collega del Vietnam Dang Dinh Quy, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, scrivendo che “l’assassinio del generale Qassem Soleimani è un esempio evidente di terrorismo di Stato e, in quanto atto criminale costituisce una grave violazione dei principi di diritto internazionale, compresi quelli stipulati nella Carta delle Nazioni Unite. Comporta quindi la responsabilità internazionale degli Usa”.
Intanto, ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato in un video di “fine del regno del terrore” dell’Iran: “stava organizzando imminenti e sinistri attacchi contro diplomatici e militari americani. Lo abbiamo preso e lo abbiamo eliminato. Abbiamo agito per fermare una guerra, non per iniziarla”.
Cristina Gauri
1 commento
Trump sta cercando di far riprendere l’ adesione degli iracheni (sunniti pseudo liberati, “modificati”), per gli Stati Uniti ?! Niente di nuovo, soprattutto niente di buono!
Appare anche come un errore tattico, a favore della strategia Biden & company…
Sostanzialmente è il gioco del controllo del dividi et impera.