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Irlanda del Nord: per il Celtic tornano le tensioni tra cattolici e protestanti

by La Redazione
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Belfast, 22 lug – Tutto è iniziato il 12 luglio, il giorno in cui in Ulster da oltre 300 anni i protestanti unionisti festeggiano con marce e pire di fuoco la battaglia del Boyne. L’undici luglio del 1690 Guglielmo III d’Orange sconfisse a Drogheda Giacomo II il cattolico stabilendo il dominio protestante e britannico sulle 6 contee in Irlanda del Nord. Si tratta di manifestazioni che riaccendono sempre le tensioni tra le due comunità che a fatica convivono a Belfast e dintorni.

Ma quest’anno ci si è messo anche il calcio ad alimentare le tensioni in un momento di enorme confusione politica. A Belfast non c’è da mesi il governo per la mancata intesa tra il Dup (partito protestante) e il Sinn Fein (partito cattolico). Intanto, però, il DUP a Londra, con i suoi dieci deputati mantiene in vita il governo May pur essendo scettico sulla Brexit.

Torniamo al pallone:il 12 luglio sulle pire e i falò alti decine di metri per scherno e dileggio quest’anno gli estremisti protestanti hanno posto anche immagini di alcuni giocatori del Celtic, tra cui il bomber Scott Sinclair, e gli stemmi della squadra che rappresenta da sempre la comunità cattolica a Glasgow in Scozia. La sorte ha voluto che la settimana dopo, per le qualificazioni preliminari in Champions League, i bianco-verdi di Glasgow hanno dovuto giocare in Irlanda del Nord, contro il Linfield, squadra protestante e gemellata con i Rangers di Glasgow, rivali sportivi, etnici e religiosi del Celtic.
Partita facile per gli scozzesi cattolici che hanno prevalso sul campo per 4-0 ma infuocata sugli spalti.

A metà partita il centravanti del Celtic Griffith, mentre stava per battere un corner, è stato quasi centrato da una bottiglia di vetro lanciata dagli spalti. Per le sue plateali proteste è stato punito con l’ammonizione, la partita sospesa per qualche minuto. In un clima di crescente tensione la partita è arrivata al novantesimo ma per salutare i tifosi di casa lo stesso Griffith ha pensato bene di appendere una sciarpa del Celtic alla porta sotto la curva degli ultras del Linfield. Risultato: la polizia ha fatto fatica a far uscire dallo stadio incolumi i giocatori ospiti.

Per la partita di ritorno, la settimana dopo, grandi dispositivi di sicurezza per controllare i 2000 tifosi nord-irlandesi al seguito della squadra ai quali si sono uniti centinaia di ultras dei Rangers. Al Celtic Park le cose sono andate meglio del previsto sugli spalti se si esclude una provocazione della Green Brigade del Celtic che ha esposto uno striscione raffigurante un guerrigliero dell’Ira mascherato.

Adesso il Celtic rischia una dura sanzione della Uefa per comportamento antisportivo dei suoi tifosi anche se il club si è pubblicamente scusato per l’accaduto e ha chiuso la curva delle Green Brigade per le prossime due partite. Ma non è finita qui perchè già ad agosto potrebbe esserci il primo derby stagionale (il cosiddetto Old Firm) tra Rangers e Glasgow. Basta poco a riportare indietro le lancette del tempo tra cattolici e protestanti. E non  sarebbe una buona notizia

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