Berlino, 6 nov – Anche in Germania si parla e si discute di ius soli. L’espressione non è esplicitamente utilizzata, ma il concetto è questo. Tutto nasce dalla proposta della Spd di istituire la cosiddetta «doppia cittadinanza» per i figli di immigrati extracomunitari. Non solo: il partito socialdemocratico tedesco pone questa riforma di legge come dirimente per la formazione della Große Koalition e, quindi, del nuovo governo.
Non che l’attuale legislazione in materia di cittadinanza sia particolarmente dura, anzi. Se si fa eccezione dei figli di cittadini comunitari (o svizzeri) nati in territorio tedesco, che possiedono e possono mantenere la doppia cittadinanza, per tutti gli altri vale il «dovere di opzione». Praticamente, il figlio di un immigrato turco, ad esempio, se nato su suolo teutonico, ottiene automaticamente la cittadinanza ma, al compimento dei 23 anni, deve scegliere uno tra i due passaporti, tedesco o turco.
Il tenore del dibattito, inoltre, è più o meno lo stesso che in Italia. Il «Programma di governo 2013-2017» della Spd recita testualmente: «Noi vogliamo in particolare che i bambini della Germania siano e rimangano anche cittadini tedeschi. Ragazze e ragazzi che sono nati qui devono ricevere e mantenere la cittadinanza». La controparte, invece, si è espressa soprattutto con Hans-Peter Friedrich (Csu), attuale ministro degli interni, che ha dichiarato che una tale misura rappresenterebbe «sul lungo periodo un cambiamento dell’identità della società tedesca».
Ad ogni modo, probabilmente non si arriverà che a un mero compromesso, cioè la proroga della decisione ai 30 anni di età (invece dei 23). Ma, in tutto questo, passa un po’ in second’ordine l’effettiva volontà degli interessati. Infatti, dal 2000 ad oggi (la legge dell’obbligo d’opzione è stata istituita nel 1999) le persone ricadenti sotto questa fattispecie sono state circa 500.000, e solo 50.000 (cioè un magro 10%) si sono decise per la cittadinanza tedesca a scapito di quella dei genitori. Insomma, forse i figli degli immigrati preferiscono il sangue al suolo, i padri ai patrigni. E magari la Spd, al di là della retorica buonista, vorrebbe più che altro costruirsi un più corposo «esercito elettorale di riserva» che le consenta in futuro di colmare la lacuna di consensi nei confronti della Cdu (il partito conservatore della Merkel), che attualmente ammonta a più di 15 punti percentuali.
Valerio Benedetti