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Neanche Jessica Rabbit va più bene: “Troppo sexy”. E la Disney la cambia in modo ridicolo

by Cristina Gauri
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jessica rabbit

Roma, 20 set — Jessica Rabbit ĆØ troppo provocante, bisogna coprirla e trovarle un lavoro da Ā«donna modernaĀ». Nel mirino della cancel culture finisce quindi anche uno dei personaggi più amati — soprattutto dal pubblico maschile — e presi a modello di seduzione — soprattutto dal genere femminile — del film di Robert Zemeckis Chi ha incastrato Rober Rabbit.

La Disney “copre” Jessica Rabbit

I creatori della pellicola, per disegnarla, si erano ispirati a Rita Hayworth per il colore dei capelli, a Veronica Lake per la foggia dei capelli e a Lauren Bacall per lo sguardo. Modelli superati, patriarcali, medievali quasi. Largo all’emancipazione e al MeToo! La bacchettata calvinista arriva dalla Disney: secondo quanto riporta il Messaggero nella Disneyland di Anaheim (California) Jessica Rabbit verrĆ  spogliata di scollature, sguardo fatale, spacchi vertiginosi e qualsiasi altro elemento di ipersessualizzazione dell’iconico personaggio.

E le cambia mestiere

Ā«TornerĆ  in una versione più attuale e pertinente per la cultura di oggi: non più la “moglie di” ma sarĆ  lei stessa un’investigatrice privata, titolare della sua agenzia, impegnata nella lotta contro il crimine che sta attanagliando la Los Angeles del 1947Ā». La fu cantante e showgirl, a quanto pare, indosserĆ  un monacale impermeabile a doppio petto con scollo a V e un cappello Fedora. Una versione in gonnella dell’investigatore Eddie Valiant, interpretato da Bob Hoskins nella pellicola. Ā«PrenderĆ  ispirazione dal suo amico di vecchia data, il leggendario Eddie Valiant, ma Jessica ci dimostrerĆ  che fa sul serioĀ».Ā 

Un oceano di noia

Poco importa se proprio quella immagine Ā«ipersessualizzataĀ» ha reso Jessica Rabbit un’icona della sensualitĆ  per generazioni: le beghine della Disney vogliono mettere il saio anche a lei.Ā Che succederĆ , poi? La sentiremo dire Ā«Io non sono politicamente corretta, ĆØ che mi disegnano così»? Che noia questo femminismo, che barba questo MeToo, che ansia questa smania di dover ricalibrare qualsiasi cosa sulla base della paranoia progressista del giorno.

Cristina Gauri

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