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Il jihadista che collabora e l’imam che ha ucciso gli italiani a Nassiriya

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Barcellona, 21 ago – Mentre l’autista del furgone che si è scagliato sulla folla a Barcellona, provocando la più tragica strage dopo quella di Madrid del 2004, in Spagna uno dei terroristi collabora. Secondo quanto scrive Repubblica si tratterebbe del 20enne Mohamed Houli Chemal, unico sopravvissuto all’esplosione di Alcanar di mercoledì scorso. Quella che la polizia spagnola ha liquidato come una semplice conseguenza di una fuga di gas. Chemal è originario di Melilla, l’enclave spagnola in Marocco, che nelle ultime settimane è tornata alla ribalta delle cronache per gli episodi degli africani che vi fanno incursione per entrare in Spagna.

Grazie alle rivelazioni che il marocchino ha fatto alla polizia spagnola è stato possibile dare una svolta alle indagini e ricostruire, almeno in parte, cosa sia successo nei giorni prima dell’attentato sulla Rambla e sbrogliare la matassa della fitta rete jihadista che ha colpito Barcellona. Perché l’attentato della scorsa settimana si deve collegare all’esplosione si Alcanar, e Chemal è l’unico sopravvissuto a quello scoppio. L’unico che sa veramente chi c’era e cosa si stesse facendo in quell’appartamento dove ci sarebbero state 120 bombole di gas e sarebbero state trovate tracce di Tatp, una polvere bianca potente come il tritolo, ma più difficile da individuare nei controlli perché contenuta in prodotti di uso comune.

Per ora si sa che l’esplosione ha rovinato i piani originari. Perché ad Alcanar i terroristi stavano definendo i piani per un attentato che avrebbe dovuto compiersi il giorno seguente e che aveva come obiettivo la Sagrada Familia, il capolavoro incompiuto dell’Architetto Antoni Gaudì. Alcuni furgoni pieni di gas sarebbero dovuti esplodere proprio alla Sagrada Familia, provocando un’ecatombe.

Ma da quanto è emerso dalle poche parole che finora ha rilasciato il marocchino sopravvissuto ad Alcanar, la mente di tutto sarebbe stata l’imam di Ripoll, Abdelbaki Es Satty, che da almeno 10 anni era legato agli ambienti del radicalismo islamico. Pare che nel 2016 soggiornò in Belgio, probabilmente legandosi alla pericolosa cellula che ha seminato il terrore in Europa negli attentati che si sono verificati finora. Ma a questo imam è anche legato il terrorista che ha fatto strage di soldati italiani a Nassiriya, Bellil Belgacem: i due avrebbero abitato nella stessa casa, a 50 chilometri da Barcellona. L’imam Es Satty è morto nell’esplosione del covo di Alcanar, ma nessuno ancora sa quanti siano ancora in vita tra i suoi seguaci. Non solo in Spagna.

Anna Pedri

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