Los Angeles, 4 mar – Il delirio dei talebani liberal d’oltreoceano, secondo i quali andrebbero abbattuti e cancellati dalla storia tutti i presunti simboli di oppressione, razzismo, omofobia, politically uncorrectness – si vedano le crociate contro la statua di Cristoforo Colombo, ritenuto uno schiavista, o quelle contro la statua di Italo Balbo a Chicago, solo per citarne un paio – stavolta si è abbattuto su uno dei grandi simboli del cinema americano del secolo scorso. “E’ arrivato il momento di togliere il nome di John Wayne dall’aeroporto dell’Orange County. Lo sapevano tutti che era simpatizzante dell’ultra destra, razzista e omofobo“, tuona il Los Angeles Times.
Supremazia bianca
Tutto è iniziato in seguito alla ripubblicazione di un’intervista rilasciata dall’attore a Playboy nel 1971, che il quotidiano losangelino ha ripreso integralmente: Wayne dichiarava senza mezzi termini di “credere nella supremazia bianca finché i neri non saranno educati ad un livello di responsabilità”. Apriti cielo: il nome dell’aeroporto è tornato subito al centro di un dibattito che in realtà dura da anni. Nella democraticissima California sembra anzi impossibile che un simile simbolo della fallocrazia nazista eteronormativa possa avere dato addirittura il proprio nome ad un aeroporto, con tanto di statua di fronte all’atrio. Ma erano altri tempi. L’aeroporto venne battezzato col nome di Wayne nel 1979, sotto l’influenza del supervisore Thomas F. Riley, un ex marine di fede conservatrice e repubblicana, come lo stesso Wayne. Allora la situazione politica nella contea di Orange era diametralmente opposta a quella del 2019: i risultati delle elezioni di novembre lo dimostrano.
L’intervista
“Non capisco perché la gente insista sul fatto che ai neri sia stato proibito il diritto di andare a scuola”, affermava Wayne nell’intervista. “Erano ammessi nelle scuole pubbliche ovunque io fossi. Anche se non avessero le credenziali adeguate per il college, ci sono corsi per aiutarli a diventare idonei. Ma se non sono culturalmente pronti per quel passo, non penso che dovrebbero essere ammessi. Altrimenti, la società accademica si riduce al minimo comune denominatore”. Non manca nemmeno un commento sulla deriva “contro la morale del tempo” di un certo cinema: “I film una volta venivano realizzati per tutta la famiglia. Ora gli studios se ne stanno uscendo con quelle cialtronate”, riferendosi a pellicole come “Easy Rider, Midnight Cowboy. L’amore di quei due uomini in Midnight Cowboy, una storia su due froci, si qualifica da sola no?”.
Cristina Gauri
4 comments
In America come in Italia le compagne si distinguono per la loro avvenenza ed eleganza, tipo l’invasata dietro l’immagine di John Wayne.
[…] avrebbero ricondotti al Ku Klux Klan. Insomma per il mondo dello spettacolo politicamente corretto, John Wayne deve subire una damnatio memoriae perché rappresenta valori arcaici: un regista appena nato, solo perché di colore, invece può discriminare […]
[…] in California qualcuno si sveglia all’improvviso e si scaglia contro il Duke. Lo scorso anno, come riportato su questo giornale, ci pensò il Los Angeles Times: “E’ arrivato il momento – tuonava il quotidiano – di […]
[…] in California qualcuno si sveglia all’improvviso e si scaglia contro il Duke. Lo scorso anno, come riportato su questo giornale, ci pensò il Los Angeles Times: “E’ arrivato il momento – tuonava il quotidiano – di […]