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A Kirkuk si infiamma il fronte tra iracheni e Peshmerga curdi per il controllo del petrolio

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Kirkuk, 16 ott – Scontri tra esercito iracheno e peshmerga curdi a Kirkuk, nella zona contesa del nord dell’Iraq. Le forze regolari di Baghdad hanno annunciato di aver preso il controllo di molte posizioni chiave vicino ai siti petroliferi. Dal Kurdistan smentiscono, anche se a sud di Kirkuk si sarebbero verificati scambi di colpi di artiglieria e lanci di razzi. Al momento non si hanno notizie chiare su morti e feriti.

Quella tra Baghdad ed Erbil è una situazione degenerata dopo il referendum per l’indipendenza del Kurdistan del 25 settembre, e quello di questa notte è stato il primo confronto armato dal referendum. Da quando i curdi iracheni hanno votato a favore dell’indipendenza, infatti, Baghdad ha attuato una serie di misure durissime nei loro confronti, tra le quali la sospensione dei collegamenti aerei internazionali, poiché il governo iracheno non riconosce la legittimità del referendum e chiede l’annullamento del risultato della consultazione prima di avviare il dialogo con Erbil.

Baghdad ha inoltre avviato un’operazione per “imporre la sicurezza a Kirkuk”, anche se il premier iracheno Al Abadi ha dichiarato che tale operazione non intende muovere una guerra nei confronti della popolazione. Baghdad accusa Erbil di aver schierato a Kirkuk anche alcuni miliziani del PKK (il Partito Curdo dei Lavoratori, organizzazione politico-militare dei curdi di Turchia che combatte le forze di Ankara), ma Erbil smentisce categoricamente.

Questa notte, dopo che era scaduto l’ultimatum dato da Baghdad ai curdi per riconsegnare Kirkuk, l’esercito iracheno ha cercato di impossessarsi di una base militare, dei pozzi petroliferi della zona e dell’aeroporto, che nel 2014 erano finiti nelle mani dei Peshmerga, all’inizio della guerra contro i miliziani dello Stato islamico, che vedeva Peshmerga ed esercito iracheno alleati. All’interno dei pozzi petroliferi in questione vengono prodotti fino a 250mila barili di petrolio al giorno. Un volume pari al 40% del totale delle esportazioni provenienti della regione autonoma del Kurdistan irakeno.

Secondo la tv Al Arabiya, gli Stati Uniti, che si trovano in una situazione delicata perché non hanno appoggiato il referendum indipendentista ma sono alleati dei Peshmerga nella lotta all’Isis, sono intervenuti per chiedere a entrambe le parti di evitare gli scontri. La portavoce del Pentagono Laura Seal ha confermato la volontà di Washington di sostenere un Iraq “unito”. L’escalation di violenze, infatti, potrebbe portare a un nuovo, sanguinoso e destabilizzante fronte di guerra.

Anna Pedri

 

 

 

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